Dopo una lunga stagione nella quale investire nell’istruzione, formazione e cultura era considerato un debito, finalmente, oggi, si sente parlare dell’investimento nella scuola come di un investimento per il futuro del nostro Paese.
Concretamente, cosa vuol dire investire nella scuola? Cercheremo di toccare alcuni punti e non saremo sicuramente esaurienti. Affronteremo i punti centrali.
Innanzitutto, riuscire a sanare il problema del precariato: Non possiamo pensare che una scuola riesca a reggere con il continuo balletto di insegnanti che, di anno in anno, si vedono costretti a cambiare sede e a non garantire continuità didattica nell’offerta formativa e nella relazione con gli studenti.
In secondo luogo, è ora di interrompere l’abitudine e la moda delle riforme calate dall’alto per avere un reale intervento riformatore è indispensabile che questo parta dal basso e, quindi, si ritorni alla stagione delle sperimentazioni. Una proposta, un’iniziativa deve essere provata sul campo direttamente dagli attori per poterne raccogliere osservazioni ed aggiustare il tiro.
In terzo luogo, riprendere in mano il tema del rinnovo contrattuale sia di parte normativa che di parte economica e, con l’occasione, introdurre una forma di carriera per ricoprire le diverse figure professionali che nel corso di questi ultimi vent’anni hanno visto evolvere il ruolo e la professione del docente e non solo.
Infine, ma non per importanza, è indispensabile investire in un serio e impegnativo progetto di formazione per avere il personale preparato ad affrontare le sfide del futuro.
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