Approfondiamo la figura dell’animatore digitale per capire quando sia stato introdotto e quali compiti abbia.
La figura dell’animatore digitale è entrata ufficialmente in vigore ed è stato introdotta nella scuola grazie al cosiddetto Piano Nazionale per la Scuola Digitale.
Cerchiamo di capire tutte le tappe che hanno portato all’introduzione di questa figura.
Bisogna partire dalla cosiddetta riforma della Buona scuola, infatti, attraverso l’approvazione della legge n. 107/2015, è stato introdotto un piano di riforma delle istituzioni scolastiche per dare pieno rilancio all’autonomia.
Sì tratta, peraltro, di una norma molto complessa, strutturata in un solo articolo e ben duecento dodici commi, frutto della discussione di approvazione e, pertanto, sintesi finale di un confronto che ha prodotto un testo abbastanza complesso.
All’interno della legge 107 è stato previsto che venga attuato il Piano Nazionale Scuola Digitale, che è entrato ufficialmente in vigore il 27 Ottobre del 2015, attraverso l’approvazione del decreto n. 851.
In tale testo è inserita anche la figura dell’animatore digitale.
Chi è l’animatore digitale
L’animatore digitale è stato ufficialmente introdotto grazie all’approvazione del decreto n. 435 del 2015, emanato sempre dal Ministro della pubblica istruzione, che ha previsto l’introduzione all’interno della scuola di risorse specifiche per l’organizzazione di percorsi diretti esplicitamente a favorire un pieno sviluppo del processo di digitalizzazione delle scuole e questo passaggio deve avvenire proprio grazie alla figura dell’animatore digitale.
La figura in questione rientra tra le azioni del PNSD, che, infatti, consiste in una serie di azioni volte proprio a promuovere la digitalizzazione all’interno della scuola sia dal punto di vista didattico che dal punto di vista organizzativo e amministrativo. Proprio attraverso l’azione 28 si identifica la figura centrale per promuovere questa digitalizzazione: l’animatore digitale. Ad esso compete anche l’importante compito di occuparsi della formazione dei colleghi. In questo senso, sono stati introdotti finanziamenti specifici.
Grazie alla nota n. 17791 del 19 Novembre 2015 è stato indicato quale ruolo debba ricoprire l’animatore digitale, cosa debba fare, quali compiti gli competono: innanzitutto si è precisato che deve essere individuato tra i docenti come figura dotata di particolari capacità organizzative, che, inizialmente, nell’arco di un triennio, deve tentare di stimolare il personale scolastico tutto, docenti e ata, coinvolgere l’intera comunità che ruota attorno alla scuola, per favorire questo processo di digitalizzazione e di diffusione dell’innovazione e delle nuove tecnologie.
Azioni di attuazione del PNSD
Inizialmente, sono state previste tre fondamentali azioni:
- Un percorso di formazione specifico per questa figura professionale.
- Successive azioni rivolte alla scuola, dapprima impegnata nella formazione interna, per favorire il coinvolgimento di tutto il personale nel dare attuazione alle azioni previste dal PNSD. Nello specifico, si è trattato di attivare laboratori formativi, promuovere scambi di esperienze, favorire l’approfondimento di buone prassi, in modo da creare delle contaminazioni positive.
Secondariamente, le azioni del PNSD in questa seconda fase devono essere rivolte all’intera comunità scolastica. Pertanto, va previsto un coinvolgimento di tutti coloro che vivono la scuola, compresi gli studenti e le famiglie. Infatti, l’obiettivo indicato è il coinvolgimento della comunità scolastica che include anche il territorio, per promuovere una cultura condivisa dell’azione digitale e dell’educazione digitale. - Infine, la terza azione da mettere in campo è creare delle soluzioni organizzative innovative.
Ossia, attraverso questa figura professionale ed attraverso il coinvolgimento dell’intera comunità scolastica, devono essere individuate soluzioni metodologiche e tecnologiche volte a garantire la sostenibilità di un’esperienza digitale, di una promozione della digitalizzazione delle scuole, attività di assistenza tecnica e di progettazione volte a implementare questa strumentazione. In particolare, è necessario implementare l’utilizzo delle tecnologie e delle soluzioni digitali nell’attività didattica quotidiana.
L’esperienza della pandemia: uno stimolo alla digitalizzazione
È importante richiamare quanto la tragica esperienza della pandemia abbiamo offerto un forte slancio in questa direzione. La fase di lockdown ha, infatti, costretto la scuola a fare i conti con la necessità di attivare soluzioni tecnologiche e digitali prima diffuse a macchia di leopardo.
Nell’anno scolastico 2019/20, è stata riconosciuta come centrale la figura dell’animatore digitale. Anche se è doverosa una sottolineatura: troppo spesso, per far fronte a questa nuova, inaspettata esperienza, l’animatore digitale è stato confuso con il tecnico che doveva riorganizzare l’attività didattica in una maniera inaspettata e mai essere sperimentata prima. L’animatore digitale si è fatto, quindi, carico di organizzare il supporto e la formazione dei colleghi per gestire le lezioni a distanza. In particolare, durante la prima fase, la più acuta, spesso la figura dell’animatore digitale è diventata punto di riferimento più dal punto di vista tecnico, cioè colui che ha dovuto far fronte a questa necessità ed aiutare i colleghi a poter organizzare e mettere in cantiere delle esperienze di didattica distanza, che dal punto di vista culturale.
È stato giusto che questa figura fosse investita di questo incarico proprio per far fronte ad una soluzione mai vissuta prima e grazie proprio queste figure si è riusciti davvero a far fronte ad un’emergenza, ma è importante sottolineare come il ruolo dell’animatore digitale non è un ruolo di assistente tecnico, cioè non deve essere colui che sa far funzionare le piattaforme o permette di far funzionare le strumentazioni tecnologiche a disposizione della scuola.
Il ruolo dell’animatore digitale è un ruolo didattico, deve essere uno stimolo didattico nell’utilizzo delle tecnologie nella quotidiana attività scolastica.
Assistente tecnico di laboratorio ed animatore digitale
È importante questa sottolineatura tant’è che il Ministero, per andare oltre a questa lettura che per un certo periodo è avvenuta, ha potenziato la presenza degli assistenti tecnici di laboratorio anche in ordini di scuola che prima non gli avevano. Infatti, subito dopo l’esperienza pandemica negli anni scolastici successivi è, quindi, precisamente nell’anno scolastico 2021/22 il Ministero ha introdotto la figura dell’assistente tecnico di laboratorio anche negli istituti comprensivi.
Infatti, prima di tale periodo, l’assistente tecnico di laboratorio era una figura professionale prevista solo ed esclusivamente nella scuola secondaria.
Per favorire la realizzazione delle azioni del PNSD e restituire il ruolo previsto dal piano all’animatore digitale, sono stati introdotti gli assistenti tecnici anche in ordini di scuola inferiori.
In questo modo, si è cercato e si sta cercando di promuovere la digitalizzazione, l’utilizzo delle nuove tecnologie nella quotidiana attività didattica.
Il personale che è stato individuato inizialmente come animatore digitale, è stato coinvolto in un percorso formativo ad hoc che ha proprio cercato di fare in modo di sviluppare conoscenze e competenze, capacità finalizzate a promuovere quelle tre azioni che abbiamo visto prima.
La digitalizzazione amministrativa
La digitalizzazione all’interno della scuola dovrebbe arrivare anche a coinvolgere la parte amministrativa e, quindi, il lavoro delle segreterie. Tale operazione, rientrante nel più vasto progetto di dematerializzazione e digitalizzazione dell’intera pubblica amministrazione, non è sicuramente molto facile, data la forte burocratizzazione che caratterizza la pubblica amministrazione e la scuola.
Anche su questo versante, il compito dell’animatore digitale è di promozione, di stimolo culturale. Infatti, lo stesso può analizzare le esigenze all’interno della scuola, può tentare di progettare dei percorsi formativi interni volti proprio a garantire anche questo passaggio, può pianificare azioni funzionali ad un processo complessivo in questo senso.
A distanza di ormai di qualche anno dall’introduzione di questa figura possiamo dire che ha avuto un ruolo importante per tentare di promuovere l’esperienza del PNSD, per garantire la messa in campo delle diverse azioni. È stata ed è, indubbiamente, una risorsa fondamentale, da stimolo per fare in modo di passare progressivamente da quelle enormi difficoltà che abbiamo incontrato nel lockdown, alle esperienze strutturate e progettare di didattica digitale integrata che fanno ancora parte dell’attività di un’istituzione scolastica.
Va, tuttavia, fatta ancora molta strada per un efficace e reale processo di digitalizzazione delle segreterie e per un riconoscimento formale nel contratto della figura dell’animatore digitale, insieme ad altre figure di middle management, ormai irrinunciabili nella scuola autonoma e ancora solo riconosciute a livello informale, interno all’organizzazione.
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