Quale cittadinanza?
La cittadinanza digitale può essere definita come un’estensione della cittadinanza tradizionalmente intesa, raggiunta grazie ad un potenziamento dei mezzi a disposizione del cittadino per l’esercizio di diritti e doveri. Pertanto, tale nuovo esercizio di cittadinanza non è da considerarsi alternativo ma integrativo di quello tradizionale. In questo senso la cittadinanza digitale favorisce l’esercizio dei diritti e dei doveri attraverso nuovi strumenti, quali l’identità, il domicilio, la firma digitale,… per rendere più snello ed efficiente il rapporto tra i cittadini, la pubblica amministrazione, le imprese.
La cittadinanza digitale si può definire come l’unione tra l’educazione civica e l’educazione digitale, quindi da un lato la formazione ai propri diritti e doveri come cittadini e dall’altro la consapevolezza che le azioni che si effettuano on-line e off-line hanno un impatto nel presente e nel futuro per sé stessi e per gli altri.
Il riferimento legislativo più recente è D.lgs. n. 217 del 13 dicembre 2017, che ha integrato e corretto il precedente D.lgs. n. 179 del 26 agosto 2016, riguardante il codice dell’amministrazione digitale del 2005, semplificandone il linguaggio e introducendo delle Linee Guida. Il D.lgs. n. 82 del 7 marzo 2005 è un Testo Unico che raccoglie ed organizza le norme riguardanti l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione nei rapporti con i cittadini e con le imprese. Infatti, attraverso il cosiddetto CAD, Codice di Amministrazione Digitale diventa possibile colloquiare in modalità digitale con le Amministrazioni, acquisire come cittadini un’identità digitale, poter esercitare accesso telematico a documenti e informazioni,…
Ne consegue, pertanto, un nuovo modello organizzativo che favorisca una pubblica amministrazione trasparente e semplificata.
Educare alla cittadinanza digitale
Date le condizioni sopra descritte ne discende la necessità di porsi un interrogativo su cosa significhi educare alla cittadinanza digitale.
L’istruzione e la formazione devono promuovere la maturazione di competenze funzionali ad esercitare i diritti ed i doveri di cittadini digitali, in modo da metterli in grado di esercitare la propria cittadinanza utilizzando criticamente e consapevolmente i media, la rete, i social.
E’ doveroso, allora, chiarire che la condizione di cittadini digitali varia a seconda del momento dell’ingresso in questa dimensione: si classificano, infatti i fruitori di tali strumenti in nativi e immigrati digitali.
La classificazione è stata coniata da Marc Prensky, scrittore, consulente ed innovatore nel campo dell’educazione e dell’apprendimento, apparsa per la prima volta nell’articolo Digital Natives, Digital Immigrants, pubblicato nel 2001, è diffusa in Italia dal saggio Nativi digitali (2011) di Paolo Ferri.
Con la definizione nativi digitali M. Prensky identifica i nuovi cittadini nati nella tecnologia, che, pertanto, utilizzano gli strumenti tecnologici in modo spontaneo e naturale, senza cogliere differenza tra questo utilizzo e quello di un qualsiasi altro strumento di uso comune, come il diario, la penna, … Essi interagiscono ed apprendono con modi e tempi nuovi e diversi rispetto all’epoca in cui le tecnologie non erano parte integrante della quotidianità.
Con la definizione immigrati digitali M. Prensky identifica coloro che hanno introdotto consapevolmente le tecnologie nella quotidianità in una fase avanzata della propria crescita, per interesse o per necessità.
Tuttavia, essere nativi digitali non significa essere anche competenti digitali, pertanto è indispensabile impegnarsi per una formazione costante, durante tutto l’arco della vita, per acquisire e consolidare un uso consapevole e critico di tali strumenti, al fine di divenire veramente cittadini digitali partecipi.
Documenti significativi
Per affrontare in modo significativo la sfida dell’educazione digitale non si deve prescindere dall’approfondimento di alcuni documenti di riferimento; cerchiamo di analizzarne in particolare alcuni:
- Ministero per l’innovazione e le tecnologie – Centri regionali di competenza per l’e-government e la società dell’informazione, Linee guida per la promozione della cittadinanza digitale: e-democracy (2004): il testo, rivolto agli amministratori locali, inquadra il concetto di e-democracy, fornisce alcuni riferimenti internazionali sul tema, approfondisce dal punto di vista metodologico, organizzativo e tecnologico gli elementi essenziali per la progettazione, realizzazione e gestione di un progetto di partecipazione che preveda l’utilizzo delle ICT;
- Indicazioni nazionali e Linee guida per i licei (DPR n. 89/2010), gli istituti tecnici (DPR n. 88/2010) e gli istituti professionali (DPR n. 87/2010);
- UNESCO, Quadro di riferimento per le competenze per i docenti sulle TIC (2010);
- Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (2012);
- DIGCOMP, Le competenze digitali per la cittadinanza (2013): presentazione di un progetto di studio europeo, A Framework for Developing and Understanding Digital Competence in Europe, volto alla comprensione dello sviluppo della competenza digitale in Europa e a fissarne descrittori esaustivi, partendo da una definizione dinamica della competenza digitale;
- DigComp 2.1 Il quadro di riferimento per le competenze digitali dei cittadini (2017);
- Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006 e 2018);
- Indicazioni Nazionali e Nuovi scenari (2018);
- Bring Your Own Device (BYOD): nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) discendente dalla Legge della Buona Scuola (2015);
- Reintroduzione dell’insegnamento di Educazione Civica (Legge n. 92/2019).
In questa sede non analizziamo tutti i testi cui abbiamo fatto riferimento ma ne approfondiamo in modo particolare alcuni.
Indicazioni nazionali, linee guida e nuovi scenari
Sono molteplici i passaggi in cui i testi delle Indicazioni e delle Linee Guida richiamano tra i traguardi di competenza la maturazione di competenze digitali, ossia saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione.
In particolare il più recente testo, Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari, che ha offerto una rilettura delle Indicazioni stesse utilizzando la chiave della cittadinanza, ha approfondito gli aspetti di responsabilità e di atteggiamento che connotano la competenza digitale, evidenziando la necessità di non possedere solo competenze tecniche ma la capacità di sapere cercare, scegliere, valutare le informazioni in rete e dimostrare responsabilità nell’uso dei mezzi, per non nuocere a se stessi e agli altri.
Competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006 e 2018)
Il Consiglio dell’Unione Europea nel 2006 e, successivamente, nel 2018, ha sostenuto la necessità di acquisire conoscenze, abilità e competenze indispensabili per affrontare la complessità del mondo contemporaneo. In particolare, ha sottolineato come l’interconnessione tra queste diverse conoscenze, abilità, atteggiamenti e competenze sia indispensabile per favorire l’apprendimento in tutto l’arco temporale della propria vita, dall’infanzia fino all’inserimento nel mondo lavorativo. Il Consiglio dell’Unione Europea ha elaborato una prima sintesi di queste otto competenze chiave, che, successivamente, nel 2018 sono state riviste.
La dimensione di competenza e di educazione digitale sono, piuttosto, trasversali e vi è uno specifico approfondimento.
In esso si chiarisce come la competenza digitale riguarda la capacità di utilizzare le tecnologie digitali con dimestichezza, spirito critico e responsabilità per apprendere, per lavorare, per partecipare consapevolmente alla società. Per esercitare tale competenza si presuppone naturalmente un approfondimento della competenza relativa agli aspetti dell’alfabetizzazione informatica e digitale, della programmazione ma anche temi legati alle proprietà intellettuale ed alla sicurezza Informatica.
Come per ogni competenza, viene offerta l’articolazione della stessa in conoscenze, abilità ed atteggiamenti.
Nelle prime si presuppone la conoscenza dei dispositivi, delle reti, dei software, della logica sottesa all’utilizzo di questa tecnologia che devono essere conosciute e vissute come un aiuto, un ausilio per la comunicazione, per stimolare la creatività e l’innovazione. Inoltre, la persona deve conoscere questi strumenti, essendo consapevole anche delle opportunità e dei rischi che questi comportano.
Per quanto riguarda le abilità si prevede la capacità di utilizzare questi canali per vivere responsabilmente e per favorire l’inclusione e la creatività.
Infine, tra gli atteggiamenti si includono la creatività, essere riflessivi e critici, aperti e interessati alla evoluzione di tali strumenti e saper apportare anche una riflessione dal punto di vista etico sulle ricadute del loro utilizzo.
Bring Your Own Device (BYOD)
Nel Piano Nazionale di Scuola Digitale discendente dalla Legge della Buona Scuola, la Legge n. 107 del 2015, il Ministero dell’Istruzione ha promosso porta il tuo dispositivo, per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale. Per riuscirvi sono stati indicati dieci punti strategici di azione:
- Ogni novità comporta cambiamenti;
- I cambiamenti non vanno rifiutati, ma compresi e utilizzati per il raggiungimento dei propri scopi;
- La scuola promuove le condizioni strutturali per l’uso delle tecnologie digitali;
- La scuola accoglie e promuove lo sviluppo del digitale nella didattica;
- I dispositivi devono essere un mezzo e non un fine;
- L’uso dei dispositivi promuove l’autonomia delle studentesse e degli studenti;
- Il digitale nella didattica è una scelta: sta ai docenti introdurla e condurla in classe;
- Il digitale trasforma gli ambienti di apprendimento;
- Rafforzare la comunità scolastica e l’alleanza educativa con le famiglie;
- Educare alla cittadinanza digitale è un dovere della scuola.
Reintroduzione dell’insegnamento di Educazione Civica
La Legge n. 92/2019 rivede l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione con la reintroduzione dell’Educazione Civica, ne prevede l’obbligatorietà e dedica un articolo specifico alla cittadinanza digitale. Infatti, l’Articolo 5 prescrive di saper fruire in modo consapevole e critico dei media e della rete, partecipando attivamente ad un dibattito pubblico, creando e gestendo in sicurezza la propria identità digitale. È, inoltre, istituita a livello nazionale la Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale, in coordinamento con il Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del Cyber bullismo, previsto dalla Legge n. 71/2017, art. 3.
Rafforza la centralità di questo tema anche il successivo testo delle Linee Guida che lo individua come nucleo tematico, insieme a Costituzione e sviluppo sostenibile, cui ricondurre tutte le altre tematiche individuate dalla Legge.
L’esercizio della cittadinanza digitale, l’estensione della cittadinanza tradizionale, può essere praticato in modo consapevole, responsabile e critico grazie a efficaci interventi di educazione in cui i nativi digitali possono essere protagonisti della loro partecipazione proprio grazie a quegli strumenti che pervadono ed arricchiscono la loro quotidianità.
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