La quarta delle dieci competenze che Philippe Perrenoud ha individuato tra le competenze per insegnare è definita coinvolgere gli alunni nel loro apprendimento e nel loro lavoro.

Cerchiamo di identificare i principali riferimenti normativi e contrattuali in vigore con la legislazione scolastica del nostro Paese.

Per chi svolge la professione di insegnante, questa quarta competenza si configura come una sfida indubbiamente stimolante.

Il primo riferimento, in questo senso, è allora il Regolamento dell’Autonomia delle istituzioni scolastiche, discendente dalla riforma Bassanini con la legge n. 59 del 1997, all’articolo 21. Con l’entrata in vigore del Regolamento attraverso il DPR n. 275/1999 è stata introdotta l’autonomia funzionale per le scuole e è diventato particolarmente significativo il protagonismo degli alunni e delle alunne, degli studenti e delle studentesse. Aspetto centrale tra le finalità della scuola deve essere, allora, garantire il personale successo formativo di ciascuno.

Altro riferimento fondamentale sono, allora, le Indicazioni nazionali per Il curricolo del primo ciclo e della scuola secondaria nella scuola secondaria nelle rispettive articolazioni delle Linee Guida e delle Indicazioni nazionali per gli istituti tecnici, professionali e dei licei.

Centrale anche in questi testi è il protagonismo dello studente che deve essere pienamente coinvolto per raggiungere la maturazione delle competenze.

Il primo elemento che sottolinea Philippe Perrenoud è suscitare il desiderio di apprendere.

Diventa, allora, fondamentale esplicitare il rapporto con il sapere, il senso del lavoro scolastico e lo sviluppo della capacità di autovalutazione. Per riuscire in questi passaggi deve diventare centrale avere consapevolezza delle ansie, dei timori che lo studente affronta nel momento in cui viene proposto un attività didattica o deve affrontare un nuovo apprendimento. La paura di sbagliare, l’ansia di affrontare delle frustrazioni sono superabili nel momento in cui si coglie il piacere di imparare, il desiderio di sapere, cui possono seguire l’essere ammirati per le proprie conoscenze, l’essere al centro dell’attenzione. Stimolo in questo senso può essere anche semplicemente il desiderio di conoscere quello che sta intorno a sé.

Secondo aspetto approfondito da Philippe Perrenoud è la proposta di istituire e far funzionare un consiglio di alunni, per affrontare con gli stessi diversi tipi di regole e di contratti.  Quest’aspetto prende ispirazione dalla pedagogia istituzionale di Freinet nella quale il consiglio diventa un luogo centrale in cui ci può essere un confronto, un continuo interscambio tra gli studenti. In esso vi possono essere diverse situazioni da affrontare, sia positive che negative, ma diviene stimolante affrontarle insieme. Tale proposta contribuisce a far superare agli studenti lo scarto tra il programma e il senso che gli alunni stessi danno al proprio lavoro e, quindi, fornire uno stimolo al coinvolgimento e all’interesse rispetto alle proposte.

Il tema ci offre l’occasione per parlare del ruolo degli organi collegiali che devono essere chiamati in causa per le scelte all’interno delle istituzioni scolastiche. Gli organi collegiali sono entrati in vigore con i decreti delegati del 1974, pertanto, possiamo definirli come piuttosto datati. Infatti, avrebbero bisogno di essere svecchiati e stimolati.

Ancora oggi, la dimensione partecipativa che caratterizza la vita della scuola si articola nei diversi livelli, dal consiglio di classe, al collegio docenti, al consiglio d’istituto e prevede anche un coinvolgimento degli studenti. Proprio in concomitanza con l’introduzione dell’Autonomia delle istituzioni scolastiche, è stato approvato il DPR  n. 249 del 1998 che istituisce Lo statuto degli studenti e delle studentesse, in modo tale che gli stessi siano pienamente partecipi alla vita della scuola e siano responsabilizzati ad un coinvolgimento pieno nelle scelte e nelle proposte.

Ulteriore aspetto che Philippe Perrenoud sottolinea per coinvolgere gli alunni è offrire delle attività di formazione opzionale. Con questa proposta si vuole richiamare l’attenzione ai temi della standardizzazione e della diversificazione dell’offerta formativa, aspetti che abbiamo avuto modo di approfondire anche affrontando il tema dell’inclusione. Proporre, infatti, diversi percorsi formativi, che tengano conto anche delle difficoltà o delle specificità di ciascuno, contribuisce in maniera determinante a garantire il coinvolgimento nel proprio lavoro da parte degli studenti, l’opportunità di inclusione e di successo per tutti.

Nell’analisi della quarta competenza, si sottolinea anche l’impegno per favorire la definizione di un progetto personale di un alunno. Si mette in evidenza come lo studente, attraverso tale strategia, sia invitato a riflettere sul proprio personale progetto di vita che può essere stimolante per la maturazione delle competenze.

Parlando di progetto di vita viene immediatamente in mente un decreto legislativo in vigore nel nostro paese dal 2017, decreto legislativo n. 66, che, nello specifico, è finalizzato alla promozione dell’inclusione degli alunni diversamente abili.

Legislazione Scolastica

Conoscerla, comprenderla, saperla applicare.

Scopri di più

Tale progetto di vita dovrebbe coinvolgere l’alunno, verso il quale sono indirizzate queste attività di inclusione, ma anche tutti coloro hanno a che fare con l’alunno nel contesto familiare, nel contesto scolastico e nel contesto extra scolastico.

Quindi, è chiaro che il tema del progetto di vita è un tema molto interessante, indubbiamente impegnativo ma sicuramente molto stimolante, che può avere davvero un ruolo centrale nel coinvolgimento degli alunni nel lavoro e soprattutto nella maturazione e nella consapevolezza degli apprendimenti.