Ebbene, questo accade anche sui luoghi di lavoro e la scuola non è esente.
Quante volte, una notizia riferita male o in modo incerto, ha comportato incomprensioni? Quante volte, ci si rende conto, a delibere effettuate, che alcune informazioni fornite, hanno indotto in errore o obbligato ad assumere impegni non in realtà dovuti?…
Aneddoti di questo tipo ve ne sono infiniti. Infatti, grazie al passaparola, alla diffusione attraverso le chat o alla scarsa abitudine a verificare le fonti, frequentemente, come mondo della scuola ci si è ritrovati a fare i conti con interventi legislativi ancora in fase di discussione che per alcune persone sono considerati già norme applicabili.
Cerchiamo, allora, di attrezzarci per affrontare queste situazioni ed essere certi delle informazioni ricevute.
Dapprima, recuperiamo qualche esercizio di pensiero appreso grazie alla filosofia: concettualizzare, problematizzare, argomentare, negoziare. Attraverso questi quattro esercizi del pensiero possiamo analizzare con attenzione le notizie ed attrezzarci per difenderci dalle cosiddette fake news.
Concettualizzare
Questa attività consiste nel riuscire a definire un concetto, saperne cogliere gli elementi essenziali ed accessori, saperlo distinguere dai sinonimi e conoscerne anche la terminologia tecnica, specifica dell’ambito scientifico o disciplinare che ci interessa.
Problematizzare
Saper esercitare questa attività durante la lettura di una notizia ci impegna nell’interrompere temporaneamente l’immediato, l’attuale flusso del quotidiano, cercando di mettere tra parentesi la propria immediata ed istintiva relazione con il mondo. Si esercita così una sorta di epochè, che ci rende più obiettivi, maggiormente lucidi, pronti a porre domande e svelare falsi problemi.
Argomentare
Saper esercitare questa capacità del pensiero aiuta nell’individuare e comprendere i passaggi di un argomento. Pertanto, nell’analizzare una notizia, è utile saper ricostruire il ragionamento logico sotteso ed individuare, pertanto, i passaggi dalle premesse alle conclusioni, raggiunte per via induttiva o deduttiva. Se nel corso di tale ricostruzione qualcosa non torna, è chiaro che abbiamo trovato indizi di dubitabilità da approfondire per arrivare alla fondatezza o meno della stessa.
Negoziare
Questa competenza può essere inquadrata come la capacità di mettere in gioco le tre precedenti. Nel caso specifico della scuola, viene chiamata, per esempio, in causa ogniqualvolta in una sede collegiale va condotto un confronto per addivenire a scelte condivise. Infatti, entrano in gioco le tre competenze precedenti per ricomporre la tensione concettuale scaturente da una discussione su scelte comuni.
Ricerca delle fonti
Vediamo di prendere in prestito un’altra importante competenza, questa volta dalla ricerca storica: la verifica delle fonti. Di fronte ad una qualsiasi notizia che riporta dei riferimenti verificabili, la prima strategia di accuratezza è il confronto con la fonte per appurare l’attendibilità. Può essere di aiuto l’indicazione di una data, di un luogo, di un autore, di un libro o un articolo… Nel caso di molte situazioni riguardanti la scuola, un riferimento legislativo. Quest’ultimo deve corrispondere nei riferimenti spazio temporali citati, nei contenuti riferiti, nelle interpretazioni riportate.
A proposito di legislazione
Un caso frequente di cattiva informazione nella scuola avviene in occasione di interventi legislativi o riforme dibattute e attenzionate dai media. Infatti, le fasi propedeutiche all’approvazione di un intervento di questa natura sono oggetto di una certa attenzione, tanto da indurre nell’errore di credere siano già operative.
Per attrezzarsi ad una lettura critica di tali commenti è, forse utile, rispolverare quanto prescrive la nostra Carta Costituzionale sulle diverse tipologie di interventi legislativi e sul loro iter di approvazione.
Gerarchia delle fonti
La Carta Costituzionale distingue tra fonti primarie e fonti secondarie.
Le fonti primarie includono la Costituzione e le leggi costituzionali, i regolamenti comunitari, le leggi ordinarie, i decreti legge ed i decreti legislativi, le leggi regionali.
Le fonti secondarie sono i regolamenti emanati dal Governo per applicare leggi ordinarie, la consuetudine, cioè un comportamento ripetuto nel tempo con la convinzione che sia obbligatorio e conforme all’ordinamento.
Importante ricordare anche cosa sia un decreto legge e cosa un decreto legislativo, in quanto il loro stesso iter di approvazione incide su validità ed applicabilità.
Decreto Legge e Decreto Legislativo
Il decreto legge discende dal riconoscimento di potere legislativo al Governo, di norma titolato ad esercitare il potere esecutivo. I motivi per i quali si consente al Governo di esercitare questo potere sono dettati da necessità ed urgenza, ma il decreto che ne scaturisce ha valore provvisorio e va convertito in legge dal Parlamento entro sessanta giorni, pena la decadenza dell’intera validità….
Un decreto legislativo è un atto normativo avente valore di legge adottato dal potere esecutivo, quindi dal Governo, su delega espressa e formale da parte del potere legislativo, il Parlamento, che ne stabilisce anche i confini ed i tempi.
Fasi di approvazione
Infine, per uno sguardo completo sulla efficacia di una norma è doveroso ricordare le cinque fasi che prevede la Costituzione, dall’articolo 71 all’articolo 75: 1. Iniziativa; 2. Esame; 3. Approvazione; 4. Promulgazione; 5. Pubblicazione.
Qualsiasi riferimento legislativo troviate citato, oltre a verificarne la corrispondenza, per avere efficacia deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La sola discussione attorno ad una riforma della scuola, fenomeno frequente ad ogni cambio di Governo, non basta a vederne esplicare gli effetti.
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