Partiamo dalla lettura e dall’analisi dell’articolo 27 del contratto collettivo comparto scuola 2016/2018 per approfondire il profilo professionale del docente.
Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze disciplinari, informatiche, linguistiche, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo – relazionali, di orientamento, di ricerca, documentazione e valutazione, tra loro collegate ed interagenti che si sviluppano col maturare dell’esperienza didattica, l’attività di studio e la sistematizzazione della pratica didattica
Il profilo professionale del docente è piuttosto articolato e complesso.
Analizziamone le specifiche competenze.
Competenze disciplinari
Le competenze disciplinari consistono nella padronanza della disciplina di insegnamento. È, infatti, di fondamentale importanza conoscere l’epistemologia della disciplina che insegniamo, avere consapevolezza delle finalità, dei nuclei fondanti, dei nuclei concettuali e degli approcci metodologici che la stessa utilizza. In questo modo, possiamo essere consapevoli di quale apporto questa disciplina possa dare allo sviluppo del profilo di uscita dello studente.
Competenze informatiche
La seconda competenza richiamata dal contratto include le competenze informatiche. Infatti, un docente deve conoscere come utilizzare gli strumenti informatici e, soprattutto, ha un ruolo centrale nell’alfabetizzare all’utilizzo consapevole questi di questi strumenti digitali.
Sono diversi i documenti che richiamano a questo ruolo, in particolare nelle otto competenze chiave per l’apprendimento permanente e nel piano nazionale della scuola digitale (PNSD), quando si propone di integrare gli strumenti digitali anche della quotidianità, come, per esempio, uno smartphone all’interno dell’attività didattica.
Competenze linguistiche
Troviamo, poi, le competenze linguistiche, richiamate anch’esse nelle otto competenze chiave per l’apprendimento permanente, con un’attenzione particolare alla dimensione multilinguistica. Durante l’attività didattica si dovrebbe cercare di approfondire anche gli aspetti culturali e storici della conoscenza di una lingua.
Competenze psicopedagogiche
Le competenze psicopedagogiche consistono nella conoscenza dei processi cognitivi e dei processi psicofisici dello sviluppo mentale, affettivo-relazionale degli studenti. Quindi, è indispensabile avere una conoscenza di base sia della psicologia dello sviluppo che della psicologia dell’apprendimento.
Competenze metodologico-didattiche
Le competenze metodologico-didattiche richiamano alla consapevolezza ed alla conoscenza delle metodologie dell’insegnamento e delle metodologie di apprendimento ma, soprattutto, ad avere contezza e consapevolezza delle ragioni didattiche e delle ragioni antropologiche sottese alle scelte metodologiche.
Competenze organizzativo relazionali
Le competenze organizzativo relazionali sono condizione indispensabile per poter operare in una organizzazione complessa come l’istituzione scolastica. Nel fare scelte educative e didattiche, indispensabili per svolgere la nostra attività quotidiana, diviene centrale essere consapevoli dei ruoli e delle funzioni, degli spazi e dei tempi dell’autonomia scolastica e della flessibilità, indispensabili per garantire l’elaborazione di un’offerta formativa e l’attuazione della stessa.
Competenze di orientamento
Le competenze di orientamento richiamano alla mente gli impegni sottesi alle esperienze di alternanza scuola lavoro e alle esperienze del cosiddetto PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), come è stata ribattezzata l’alternanza scuola lavoro. Il tema non è nuovo, infatti, è stato introdotto per la prima volta con la legge n. 53 del 2003 e con il decreto legislativo n. 77 del 2005. Recentemente, la legge n. 107 del 2015 ha introdotto l’obbligatorietà di questa esperienza. Pertanto, con tali competenze il docente dovrebbe riconoscere un ruolo centrale all’esperienza di alternanza scuola lavoro e contribuire affinché questa esperienza consenta allo studente di conoscere e sperimentare possibili contesti lavorativi, per orientare alle sue scelte future e, nello stesso tempo, all’altra auspicata prospettiva di stabilizzazione. Tuttavia, è sicuramente prioritario e consono al ruolo della scuola il compito di orientamento, che attraverso questa attività, può aiutare nel percorso di consapevolezza degli studenti e nel garantirne il successo formativo.
Inoltre, tali competenze di orientamento si ricollegano ad altre competenze del profilo professionale del docente: le competenze relazionali, quindi, la capacità di accogliere, di utilizzare l’ascolto attivo, di poter essere punto di riferimento di fronte anche alle difficoltà; le competenze di valutazione che approfondiremo dopo, perché bisogna aiutare gli studenti nell’intraprendere una sorta di riflessione sui propri apprendimenti, una riflessione metacognitiva e saper anche affrontare gli eventuali errori o ostacoli , per vederli non come un fallimento ma come un inciampo nel percorso che possono essere occasione di crescita.
Competenze di ricerca
Le competenze di ricerca che negli ultimi anni sono passate molto in secondo piano a causa della strutturale tendenza del Ministero e del Governo di introdurre riforme calate dall’alto. Se approfondiamo la storia della scuola italiana, possiamo vedere come diverse forme di sperimentazione hanno introdotto delle innovazioni interessanti nella scuola. Purtroppo, negli ultimi vent’anni, la pratica diffusa non è tanto quella della sperimentazione, che parte dal basso, ma è quella delle riforme calate dall’alto. Pertanto, tali competenze di ricerca, che dovrebbe essere prerogativa o comunque essere utilizzate durante l’attività didattica, non sono più sfruttate come una risorsa molto interessante. In realtà, se analizziamo attentamente le ricadute di tale canale di innovazione, possiamo cogliere come le sperimentazioni e la ricerca potrebbero veramente rispondere alle esigenze didattiche ed educative dell’istituzione scolastica e degli studenti e delle studentesse. Possono diventare efficaci quelle azioni che nascono dalla base, dove le esigenze si manifestano, anziché venire introdotte dall’alto, come riforme istituzionali, che hanno una determinata idea politica, una idea di scuola non sempre corrispondente a quella reale e necessaria.
Competenze di documentazione
Passiamo ora alle competenze di documentazione, importante perché documentare la propria attività vuol dire poter trasferire questa esperienza e poterla replicare, ma anche potervi riflettere e condurre una riprogettazione delle stesse.
Competenze di valutazione
Infine, abbiamo le competenze di valutazione, per avere ben chiaro chi valuta, come, in che tempi, in quali modi e, soprattutto, il motivo per il quale si conduce la valutazione. Una valutazione non può essere, infatti, esclusivamente sommativa, ma essendo strettamente collegata alla programmazione e funzionale alla stessa, può essere usata con diverse finalità: formativa, formatrice, diffusa, diagnostica, epistemologica, orientativa.
Come far maturare tali competenze
Come maturano queste complesse competenze per essere professionisti nella scuola? il contratto cita alcuni momenti significativi: la formazione iniziale, l’attività di studio e l’esperienza.
Collegato al tema della formazione iniziale è il tema del reclutamento e su questi argomenti abbiamo già avuto ed avremo occasioni di approfondimento.
Mi preme soffermarmi su un esempio significativo di preparazione alla professione docente dove tali competenze sono studiate, analizzate e sperimentate: il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria. In esso, infatti, si affianca l’attività di studio all’esperienza di tirocinio diretto ed indiretto, funzionali alla maturazione di queste competenze professionali.
Per poter essere preparati nel mettere in pratica questo complesso profilo professionale che deve obbligatoriamente essere costantemente aggiornato, la formazione costante diviene una leva strategica. La stessa si nutre, a sua volta, dell’arricchimento dovuto all’esperienza, che fa della professione docente un instancabile esempio di esperienza, ricerca, riflessione sulla stessa, studio, approfondimento,…
Periodico bilancio delle competenze
Perché per aiutare in tale complessa professionalità non si introduce un periodico bilancio delle competenze?
Questa pratica professionale contribuirebbe ad aggiustare il tiro ogniqualvolta si riscontrano aspetti carenti, potrebbe migliorare i punti di debolezza e far leva sui punti di forza per una crescita continua e ricorsiva.
Già ora i docenti impegnati nell’attività come neoimmessi in ruolo elaborano un bilancio delle competenze per l’anno di prova: perché non utilizzare questo strumento come un supporto costante? perché non farne un bilancio periodico che i docenti possano sfruttare nel corso della propria carriera professionale per verificare tutte queste complesse competenze che abbiamo affrontato in maniera molto rapida? perché non sfruttarlo per verificare quanto e quali di queste competenze abbiano bisogno di essere aggiornate oppure possono essere davvero un punto di forza sul quale far leva?
Il bilancio delle competenze potrebbe diventare uno strumento strutturale che accompagna l’essere professionisti nella scuola.
Per approfondire nel dettaglio ciascuna delle specifiche competenze che qui abbiamo elencato molto sinteticamente, troverete interventi specifici per ciascuna.
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