Educazione civica
Attraverso il Disegno di Legge n. 1264, il Primo Agosto 2019, è stata reintrodotta l’obbligatorietà dell’insegnamento di educazione civica dal successivo primo settembre. Questo, infatti, è quanto prescrive l’Articolo 2 della norma: obbligatorietà nelle scuole di ogni ordine e grado, ma senza orario aggiuntivo o reclutamento di nuovi insegnanti con competenze e responsabilità specifiche.
Infatti, l’offerta formativa di ogni istruzione scolastica deve prevedere 33 ore di insegnamento di educazione civica, non aggiuntive ma curvando gli insegnamenti proposti nel rispetto di tale norma. Nella scuola dell’infanzia sono, inoltre, avviate iniziative di sensibilizzazione al tema della cittadinanza responsabile.
Per raggiungere le finalità previste si può sfruttare anche la percentuale di autonomia demandata alle scuole stesse, in virtù del DPR 275/1999, il Regolamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Il Disegno di Legge presentato ed approvato è frutto della sintesi di 15 proposte di parlamentari provenienti da diverse compagini politiche.
Proprio nell’Articolo 1, si enunciano i principi di base, che sintetizzano le diverse posizioni dei promotori.
Nello specifico, nel primo ciclo, le ore sono trasversali a tutte le discipline, mentre nella secondaria di secondo grado sono affidate a docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, con il coinvolgimento di tutto il corpo docente.
L’Articolo 3, Sviluppo delle competenze ed obiettivi di apprendimento, elenca le aree tematiche che dovranno essere oggetto di studio nei vari ordini di scuola in coerenza con le rispettive indicazioni nazionali o linee guida.
I traguardi per lo sviluppo delle competenze sono rinviati ad uno specifico decreto del Miur che deve fare esplicito riferimento a:
- Costituzione italiana, istituzioni nazionali, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale;
- Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile;
- Educazione alla cittadinanza digitale;
- Elementi fondamentali di diritto, con particolare riferimento al diritto del lavoro;
- Educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
- Educazione alla legalità;
- Educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;
- Formazione di base in materia di protezione civile.
Tanti e complessi i temi da affrontare, già, comunque, presenti nel curricolo nazionale, di cui la norma ne enfatizza la dimensione di trasversalità. La corresponsabilità in seno al consiglio di classe è richiamata anche all’atto di formulazione della proposta di voto, da coordinare, dopo aver acquisito tutti gli elementi conoscitivi dai docenti coinvolti e da esprimere in decimi.
All’Articolo 3 si prevede, inoltre, siano promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva, e che tutte le azioni siano finalizzate a rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura.
All’interno delle scuole si è scatenato parecchio confronto, come, in fondo, avvenuto anche nel corso della azione di sensibilizzazione alla proposta svolta dai promotori: perché sostituire l’insegnamento di cittadinanza e Costituzione con la reintroduzione di educazione civica? Come garantire la dimensione di trasversalità ed evitare di trasformarla in un insegnamento aggiuntivo affidato ad un docente solo? Come conciliare la dimensione etica e comportamentale con la sola dimensione conoscitiva?… questi ed altri gli interrogativi che hanno animato il dibattito e che riprenderanno soprattutto con la verifica e la valutazione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze.
Un articolo specifico è, poi, dedicato alla cittadinanza digitale, l’Articolo 5, per favorire la fruizione consapevole e critica dei media e della rete, la partecipazione attiva ad un dibattito pubblico, creando e gestendo in sicurezza la propria identità digitale.
Per contribuire nelle finalità, è istituita a livello nazionale la Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale, che operi in coordinamento con il Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del Cyber bullismo, previsto dall’Art. 3 Legge 71/2017.
L’Articolo 6 si dedica nello specifico alla formazione del personale docente in seno al piano nazionale di formazione.
Gli Articoli 7 e 8 sono volti a promuovere la continuità su tali temi con la famiglia e con il territorio, avvalendosi rispettivamente del Patto Educativo di Corresponsabilità e di esperienze formative extra curriculari.
Infine, per promuovere la formazione di educazione civica e sensibilizzare alla sua significatività è istituito l’albo delle buone prassi ed indetto annualmente un concorso nazionale.
Una ulteriore precisazione sulla tempistica è importante: non essendo stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale secondo i termini prescritti, l’obbligatorietà è entrata in vigore dal Primo Settembre 2020.
Cittadinanza e Costituzione
Già la Legge 169/2008 sinteticamente ricordata come la Riforma Gelmini, aveva fatto confluire obiettivi e conoscenze dell’educazione civile in un nuovo insegnamento: Cittadinanza e Costituzione.
La stessa doveva rientrare nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo per tali discipline.
Attraverso tale insegnamento si cercò di far maturare competenze e comportamenti di cittadinanza attiva ispirati ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà.
Allora, la finalità esplicitata è stata costruire più ampie competenze di cittadinanza, rispetto agli obiettivi del tradizionale insegnamento di educazione civica.
Inoltre, in sede di scrutinio intermedio e finale venne valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede.
Norme a confronto
Innanzi tutto, l’introduzione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione nel 2008 rientrava in una norma più generale che è intervenuta su altri temi in fase di conversione del Decreto Legge 137/2008, cui ha dedicato solo l’Art. 1.
Il Disegno di Legge sulla reintroduzione dell’educazione civica approvato ha, invece, dedicato i 13 articoli di cui è composto a reintrodurre l’insegnamento sostituito proprio con la norma del 2008.
Infatti, nella norma si dedica particolare attenzione alla contestualizzazione di tale insegnamento nell’era del digitale e dei social e si promuove un discorso di continuità orizzontale con famiglie e territorio.
Indubbiamente, dal 2008 ad oggi, la centralità dei temi proposti ha visto succedersi una serie di contributi interessanti, che hanno visto attenti anche attori esterni alla scuola. Pertanto, i promotori hanno ritenuto vitale ritornare a parlare di educazione civica come ambito di riflessione e di discussione su temi di attualità: la conoscenza della Carta Costituzione Italiana, la sostenibilità ambientale, la sicurezza, la cittadinanza digitale, la partecipazione civile e sociale,…
La preoccupazione incombente nelle istituzioni scolastiche è che non rischi di diventare qualcosa di aggiuntivo, perdendo di vista la dimensione di trasversalità rivolta alla maturazione di quelle competenze che fanno di ogni alunno ed alunna cittadini consapevoli, responsabili e partecipi.
Perché, allora, non approfittarne per seguire l’esempio di qualche istituzione scolastica e costruire o aggiornare un curricolo verticale di cittadinanza?
La proposta coinvolgerebbe attivamente l’intero collegio docenti e favorirebbe l’approfondimento ricorsivo delle molte tematiche proposte dalla norma, stimolando al raggiungimento dei traguardi di competenze.
Proposta di un curricolo verticale di cittadinanza
Inevitabile per ogni docente diventa l’approfondimento ed il confronto su due documenti fondamentali:
- Le competenze chiave per l’apprendimento permanente dell’Unione Europea del 2006 e del 2018;
- Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo, con la relativa revisione del 2018, Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari.
Lavorando insieme in un’ottica di continuità, orizzontale e verticale, il collegio docenti potrebbe arrivare a condividere e definire le competenze chiave di cittadinanza rispetto alla costruzione del sé, alla relazione con gli altri ed al rapporto con la realtà, articolando i percorsi dall’infanzia alla secondaria di primo grado e dalla prima alla quinta per la secondaria di secondo grado. Le istituzioni scolastiche che vi hanno lavorato hanno investito un forte impegno ma vedono con soddisfazione i risultati di tale lavoro.
Nei rispettivi ordini di scuola, si declinerebbero le competenze chiave di cittadinanza, articolate in conoscenze ed abilità, in base ai documenti istituzionali di riferimento, al contesto, alla specificità dell’ordine di scuola ed all’età degli alunni e studenti, articolando i diversi livelli di padronanza, garantendo l’unitarietà di insegnamento, recuperando l’essenzialità e la trasferibilità del curricolo e descrivendo le cosiddette evidenze, cioè le performances funzionali a cogliere l’esercizio autonomo e responsabile di una competenza.
Come è stato per le esperienze di progettazione di un curricolo verticale, il coinvolgimento diretto di ogni docente aiuterebbe in un confronto, anche acceso, ma utile a rendere efficace l’intervento didattico.
Abbiamo più volte ribadito quanto una didattica per competenze richiami la capacità del soggetto di mettere in campo sequenze di azioni note per affrontare anche situazioni nuove.
La competenza è arrivata, pertanto, ad essere definita guardando a tre dimensioni: la dimensione oggettiva, il comportamento osservabile, la dimensione soggettiva, le risorse interne del sapere, saper fare e saper essere, la dimensione intersoggettiva, riconoscendo la capacità del singolo dentro l’organizzazione.
In tale cornice, declinare il curricolo di cittadinanza, rimesso al centro anche dal contributo del 2018 nelle Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari, potrebbe stimolare il dibattito in seno ai dipartimenti, ai consigli di classe, ai collegi di segmento, ai collegi docenti negli istituti già attivi in questo senso per una attualizzazione dell’esperienza e negli istituti neofiti per una riflessione sulla costruzione del curricolo.
Il percorso di un curricolo verticale di cittadinanza si inserisce a pieno titolo in tale cornice.
L’occasione di una progettazione del curricolo verticale di cittadinanza può offrire lo spunto anche per cercare di contribuire nella riflessione di una nuova economia, un’economia civile.
Economia Civile
Le radici dell’economia civile si fanno risalire alla tradizione di pensiero economico e filosofico dell’Umanesimo civile e a quella più remota nel pensiero di Aristotele, Cicerone, Tommaso d’Aquino.
Il termine civile è stato introdotto come aggettivo nel 1765 da Antonio Genovesi, economista, nella propria opera Lezioni di Commercio o di Economia Civile. Con questo contributo si identifica la nascita ufficiale della cosiddetta economica civile.
La prima cattedra di economia al mondo nasce proprio a Napoli, partendo da un’idea di cooperazione che ha come orizzonte la felicità pubblica.
Infatti, celando ogni teoria economica una ben precisa concezione antropologica, analizzare quella che fa da sfondo ad una economia che si definisce civile può essere molto interessante.
L’assunto antropologico di fondo mette a confronto l’homo homini lupus dell’economia politica di Hobbes del 1651 con l’Homo homini natura amicus di Genovesi del 1753.
L’idea di imprenditore proposta dall’economia civile guarda al fine con cui lo stesso opera: un agente di trasformazione della realtà circostante che non opera per la massimizzazione del profitto personale ma per un’equa distribuzione della ricchezza.
Al centro torna la riflessione e l’investimento sul lavoro non in finanza, che ha travalicato il luogo sociale del lavoro e ne ha svilito il ruolo sociale. Solo una finanza eticamente orientata, può contribuire alla sfida della sostenibilità del mercato, per produrre benessere ed orientare al bene comune.
Ne consegue un modello di ordine sociale di tipo triadico, dove mercato, stato e società civile organizzata si interfacciano ed interagiscono reciprocamente per una sussidiarietà circolare, a differenza del modello diadico che vede il mercato produttore di ricchezza e lo Stato che redistribuisce la ricchezza e garantisce l’ordine pubblico.
Tale impostazione di pensiero e la conseguente concezione antropologica possono fornire un modello di riferimento per affrontare anche i dilemmi che nella società attuale attanagliano le scelte economiche e politiche:
- Il dilemma socio-ambientale: quanto incide la perdita dei posti di lavoro nella scelta di chiusura di una fabbrica molto inquinate e pericolosa per la salute?
- Il dilemma tecno-ambientale: quanto possono incidere le innovazioni tecnologiche sull’inquinamento ambientale?
- Il dilemma tecno–sociale: il timore di sostituzione del lavoro umano con l’intelligenza artificiale può fermare l’innovazione o chiede una riconversione professionale?
A ciascuno dei quesiti delicati, l’economia civile propone un’analisi attenta che tenga in debita considerazione il legame tra progresso tecnologico, inclusione sociale e sostenibilità ambientale.
Come si può evincere dalle sintetiche riflessioni proposte, la costruzione di un curricolo verticale di cittadinanza, con l’approfondimento della concezione antropologica di fondo può contribuire nell’importante ruolo sociale e culturale dell’istruzione e della formazione.
Nel primo ciclo può aiutare a porre le premesse per contribuire alla maturazione delle competenze attese dall’educazione civica.
Mentre nella secondaria di secondo grado può diventare un ottimo spunto per molte discipline per affrontare trasversalmente le nuove competenze del disegno di legge recentemente approvato: filosofia, storia, lingua straniera, economia e diritto, geografia,…
Perché non approfittare, allora, di tale intervento normativo per favorire attraverso il dibattito della e nella scuola, uno stimolo per una rinnovata impostazione sociale e culturale della società e dell’economia che torni ad essere civile?!
Indicazioni bibliografiche e sitografiche per approfondire:
- (a cura di) Giancarlo Cerini, Silvana Loiero, Mariella Spinosi Indicazioni nazionali e nuovi scenari – Didattiche per competenze – Percorsi per la sostenibilità – Criteri per la valutazione e certificazione, Tecnodid – Giunti Scuola, 2018.
- Luigino Bruni, Stefano Zamagni, Dizionario di Economia Civile, Città Nuova Editrice, Roma, 2009.
- Scuola di Economia Civile
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