Parlando di alunni stranieri va evidenziato che possono esservi situazioni molto diverse e variegate che vi rientrano.
Non esiste una classificazione definitiva e universale delle casistiche degli alunni stranieri in Italia, poiché la situazione è in continua evoluzione e dipende dalle politiche migratorie e dalle varie realtà socio-culturali presenti sul territorio italiano.
Quindi potrebbe esserci una certa sovrapposizione tra le diverse casistiche.
Elenco di seguito una classificazione generale e non esaustiva, che tiene conto delle situazioni più comuni.
In Italia, si possono individuare diverse casistiche di alunni stranieri, tra cui:
Affermazione | Significato |
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Alunni stranieri nati all’estero | si tratta di alunni che sono nati all’estero ma che sono poi emigrati in Italia insieme alla loro famiglia. |
Alunni stranieri nati in Italia da genitori stranieri | si tratta di alunni che sono nati in Italia ma che hanno genitori stranieri e che, quindi, potrebbero avere difficoltà a padroneggiare la lingua italiana. |
Alunni rifugiati | si tratta di alunni che sono fuggiti dal loro Paese d’origine a causa di guerre, persecuzioni politiche o altre situazioni di grave pericolo per la propria vita e che hanno chiesto asilo in Italia. |
Alunni richiedenti asilo | si tratta di alunni che hanno presentato domanda di asilo in Italia ma che non hanno ancora ottenuto lo status di rifugiato. |
Alunni appartenenti a minoranze linguistiche | si tratta di alunni che appartengono a minoranze linguistiche presenti sul territorio italiano, come ad esempio gli alunni di lingua ladina o sarda |
Alunni figli di immigrati regolari | si tratta di alunni che sono figli di immigrati regolari, cioè che hanno ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, di studio o familiari. |
Alunni figli di immigrati irregolari | si tratta di alunni che sono figli di immigrati che non hanno regolarizzato la propria posizione in Italia. Questi alunni potrebbero essere soggetti a diverse problematiche, tra cui la mancanza di documenti, la precarietà abitativa e la difficoltà di accesso ai servizi scolastici. |
Nella prospettiva di un’educazione interculturale, è fondamentale fare riferimento al Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER), che rappresenta un punto di riferimento per l’apprendimento delle lingue.
Questo approccio mette al centro del processo educativo l’apprendente, con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo della sua identità e personalità in risposta all’esperienza della diversità linguistica e culturale, come prevedono anche le indicazioni nazionali.
Il QCER costituisce una vera e propria rivoluzione copernicana in questo senso, poiché promuove l’acquisizione di competenze plurilingue e interculturali, ovvero la capacità di comunicare e di prendere parte a interazioni interculturali a livelli diversi, in più lingue e in più culture.
Questa prospettiva incoraggia lo sviluppo della sensibilità e della consapevolezza interculturale, in modo da favorire l’inclusione e il dialogo tra persone appartenenti a diverse culture.
In sintesi, l’approccio interculturale basato sul QCER rappresenta un importante strumento per favorire la comprensione reciproca tra i popoli e per preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide della società globale e multiculturale in cui viviamo.
L’insegnamento dell’italiano come lingua seconda (L2), utilizzata per la comunicazione da parte di coloro che nascono e crescono in Italia, richiede che l’insegnante agisca come educatore del confronto interculturale e come facilitatore dell’apprendimento.
Per questo deve tenere conto del fatto che l’apprendimento della lingua avviene simultaneamente in contesti strutturati e in ambienti extrascolastici, nonostante il curricolo di riferimento.
Il docente, pertanto, svolge anche il ruolo di regista e di animatore delle attività di autoapprendimento e di classe, e deve essere un esperto in didattica.
In questo modo l’insegnante assume un ruolo fondamentale nel favorire la competenza plurilingue e interculturale degli/lle studenti/esse, stimolando lo sviluppo del loro senso di identità e dell’intera personalità attraverso l’esperienza della diversità nella lingua e nella cultura.
Il contesto scolastico nell’esperienza di dialogo tra le culture diviene anche opportunità per affrontare con spirito costruttivo e attraverso un approccio attivo e coinvolgente i problemi attuali della condizione umana, come evidenziano le stesse Indicazioni nazionali per il curricolo.
Risulta utile richiamare qui brevemente le norme di riferimento utili alla prima accoglienza degli alunni provenienti da altri Paesi.
Tabella norme di riferimento prima accoglienza
Norma | Argomento |
---|---|
DPR n. 349 del 1999 ART 45 | Iscrizione degli/lle alunni/e con cittadinanza non italiana, in corso d’anno. |
C.M. n.2 del 2010 | Determinazione limiti massimi di alunni con cittadinanza non italiana tra istituti dello stesso territorio. |
LINEE INDIRIZZO MIUR del 2012 | Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa. |
DPR n. 122 del 2009 | Valutazione, periodica e finale, trasparente e tempestiva degli/lle alunni/e con cittadinanza non italiana. Tale Decreto è stato ridefinito, in virtù della delega conferita al Governo dalla Legge 107, Art. 1 Comma 181. |
Direttiva M.le del 2012 | Bisogni Educativi Speciali |
DPR n. 249 del 2010 | Tra le caratteristiche del docente che la formazione iniziale del personale ritiene indispensabili vi sono le capacità relazionali e gestionali che contribuiscano nel facilitare la convivenza tra culture e religioni diverse. |
D.Lgs n. 62/2017 | Valutazione degli apprendimenti e certificazione delle competenze |
Italiano L2
Una situazione specifica in materia riguarda l’insegnamento di italiano come L2, definizione coniata attorno agli anni 2000 per indicare la lingua italiana come successiva alla lingua madre per bambini e adulti nati o giunti in Italia da famiglie straniere.
Per i bambini nati e cresciuti in Italia, la lingua italiana non è più solo considerata una seconda lingua, ma è diventata una seconda lingua madre accanto a quella parlata in famiglia.
L’importanza dell’italiano è aumentata anche perché ha acquisito funzioni e valori diversi per adulti e bambini. Ad esempio, per i neoarrivati, l’italiano diventa una lingua necessaria per la sopravvivenza, mentre per coloro che richiedono il permesso di soggiorno, è importante per la certificazione.
Inoltre, l’italiano viene utilizzato per la comunicazione quotidiana e per l’acquisizione di una lingua adottiva che accompagna il percorso di cittadinanza dei bambini.
I riferimenti legislativi fondamentali sono i seguenti:
- DPR n. 394/1999 – ART.45 riguardante l’iscrizione degli alunni stranieri soggetti all’obbligo, che vanno iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il Collegio dei Docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa;
- DPR n. 122/2009, Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni (anche stranieri) del I° e II° ciclo d’istruzione;
- Consiglio d’Europa, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, 2001;
- MIUR – Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale, La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri, ottobre 2007;
- Commissione delle Comunità europee, Libro verde. Migrazione e mobilità: le sfide e le opportunità per i sistemi di istruzione europei, Bruxelles luglio 2008;
- MIUR, Piano nazionale L2. Iniziative per l’insegnamento/apprendimento di Italiano L2 per alunni di recente immigrazione di scuola secondaria di primo e di secondo grado. Progetto “Scuole aperte”, 2008-2009;
- Consiglio d’Europa, Guida per lo sviluppo e l’attuazione di curricoli per una educazione plurilingue e interculturale, 2011;
- Commissione delle comunità europee, Study on educational support for newly arrived migrant children. Final report, Bruxelles 2012;
- CM n. 8/2013, Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. Indicazioni operative;
- NOTA n. 2563/2013, Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali;
- Consiglio d’Europa, Raccomandazione del comitato dei ministri agli Stati membri sull’importanza delle competenze nella/e lingua/e di scolarizzazione per l’equità e la qualità nell’istruzione e per il successo scolastico, 2014;
- Consiglio d’Europa, L’integrazione linguistica dei migranti adulti. Guida per l’elaborazione di strategie e la loro attuazione, 2014;
- MIUR, Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, febbraio 2014;
- MIUR-Fondazione Telecom, L’italiano per studenti neoarrivati in Italia. Azioni di sostegno all’esame di terza media, 2014;
- Linee Guida 2014, Il documento rinnova la precedente versione del 2006 e fa riferimento alle buone prassi di questi anni;
- DM n. 741/2017, Regolamenti sull’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione.
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