I Disturbi Specifici di Apprendimento ed i Bisogni Educativi Speciali sono temi centrali per la promozione della persona.
Il primo fondamentale riferimento in materia è la legge n. 170/2010 che riconosce oggettive difficoltà di apprendimento e prevede la progettazione di interventi mirati.
Grazie alla legge n. 170/2010 sono state ufficialmente riconosciute come disturbi specifici dell’apprendimento la disgrafia, la disortografia, la dislessia e la discalculia e, pertanto, questo fa conseguentemente scattare il diritto ad un Piano Educativo Personalizzato (PDP) ed a provvedimenti specifici.
La legge stabilisce il diritto degli/delle studenti/esse con diagnosi di DSA di usufruire di provvedimenti dispensativi e compensativi, nonché di flessibilità didattica, al fine di garantire la loro inclusione scolastica. Queste scelte didattiche devono essere adottate anche in attesa del rilascio della certificazione che attesti la presenza del disturbo.
Tali disturbi possono manifestarsi anche in condizioni di adeguate capacità logiche ma condizionando la vita quotidiana con inevitabili limitazioni.
Pertanto, per garantire l’inclusione scolastica degli/elle studenti/esse con DSA, i docenti elaborano un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che permette di individuare le strategie e gli strumenti didattici più adeguati alle esigenze specifiche dell’alunno/a.
In questo modo, si cerca di garantire a ciascuno/a di loro il diritto di apprendere e di sviluppare al meglio le proprie potenzialità.
Nella medesima prospettiva si è collocato il D. Lgs. n. 66/2017 che si pone come finalità l’inclusione, non rivolgendosi solo alla promozione delle opportunità degli studenti con disabilità, ma estendendo tale opportunità a tutti gli alunni e alle alunne, studenti e studentesse, al fine di sviluppare al massimo le loro capacità.
Analogamente, il D. lgs n. 62/2017 presta cura ed attenzione nella valutazione degli apprendimenti e nella certificazione delle competenze alle particolari situazioni descritte per una valutazione autenticamente formativa e formatrice.
In tale orizzonte, il diritto all’inclusione scolastica diviene, quindi, una precondizione e non un obiettivo da raggiungere.
In tale orizzonte di riferimento, divengono documenti imprescindibili i seguenti:
- ICF, Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute, del 2001 funzionale all’attuazione dell’inclusione scolastica con la Legge 104;
- la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (Legge 18 del 3 Marzo 2009).
Dai riferimenti citati emerge chiaramente come ogni individuo abbia le proprie peculiarità, che devono essere rispettate, comprese e valorizzate. Infatti, ognuno può incontrare difficoltà nell’interagire con l’ambiente che lo circonda, e pertanto è necessario lavorare su questo aspetto.
In particolare, nella scuola, lo spazio e il tempo possono essere trasformati in un ambiente di apprendimento efficace, che tiene conto delle specifiche esigenze degli studenti.
Un aspetto fondamentale da considerare nella stesura e nell’attuazione di un Piano Didattico Personalizzato per gli studenti che presentano Disturbi Specifici di Apprendimento, è che essi devono raggiungere gli stessi obiettivi di apprendimento degli altri studenti, anche se con l’ausilio di strumenti dispensativi e compensativi.
È importante notare che il tema dei Disturbi Specifici di Apprendimento è ampiamente approfondito nei percorsi di formazione del TFA sostegno, poiché il sostegno agli studenti con DSA è un aspetto cruciale della didattica inclusiva.
Un aspetto di particolare rilievo riguarda la Direttiva del 27/12/2012 sui Bisogni Educativi Speciali, la quale costituisce una preziosa fonte di orientamento per l’inclusione scolastica anche alla luce delle best practices presenti negli altri paesi europei.
La direttiva in questione ha suscitato un grande dibattito all’interno delle istituzioni scolastiche, confermando ancora una volta che il nostro sistema è stato il primo in Europa a introdurre l’inclusione scolastica generalizzata degli alunni con disabilità e a stimolare il dibattito e il confronto, passando dall’integrazione all’inclusione.
I Bisogni Educativi Speciali possono, infatti, riguardare tutti gli alunni con disabilità certificata, tutti gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento e tutti coloro che hanno svantaggi di carattere culturale, sociale ed economico.
Tale documento prevede la redazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP), strumento utile per individuare le strategie di intervento più efficaci e monitorare costantemente il percorso educativo di ogni studente.
È opportuno sottolineare che la decisione di attivare il PDP è adottata dal Consiglio di Classe e che si promuove la partecipazione attiva delle famiglie, le quali sono invitate a sottoscrivere il piano educativo personalizzato.
Il consiglio di classe può anche prevedere l’utilizzo delle due ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado per affrontare le difficoltà di apprendimento della lingua italiana per gli alunni/e che ne hanno bisogno.
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