Le Indicazione nazionali del primo ciclo d’istruzione e le Indicazioni nazionali e Linee guida per la secondaria di secondo grado sono state introdotte proprio a seguito di una rivoluzione che potremmo definire copernicana: l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Attraverso questa riforma epocale le scuole sono state poste al centro dell’organizzazione scolastica, mentre prima avevamo i ministeri al vertice che con i rispettivi provveditorati emanavano indicazioni rivolte alle singole istituzioni scolastiche. Base di questa piramide erano le scuole cui competeva mettere in pratica le prescrizioni dettate dal Ministero. Grazie al riconoscimento dell’autonomia funzionale ad ogni scuola, ne è conseguita un’impostazione a rete ed i cui nodi sono le scuole, insieme al ministero, agli uffici periferici dello stesso, al territorio ed alla più vasta comunità di appartenenza di un’istituzione scolastica.
Questa nuova impostazione organizzativa ha richiesto anche una nuova impostazione didattica, infatti, si è passati dalla definizione di programmi, calati dall’alto, a indicazioni nazionali, che devono servire come testo aperto per consentire ad ogni scuola di elaborare il proprio curricolo.
Non si parte più dall’alto ma questa volta la costruzione del curricolo parte dal basso. Inoltre, si è passati da un protagonismo del Ministero ad un protagonismo delle scuole.
Ecco che allora è importante comprendere come le Indicazioni nazionali partano dal presupposto che la scuola sia inserita in un contesto di una società in continua e rapida trasformazione, sociale e culturale, grazie anche agli strumenti tecnologici e digitali. La rapidità di trasformazioni in cui siamo immersi crea situazioni di discontinuità che possono essere un’opportunità ma anche un rischio.
La scuola comprende, allora, di non essere l’unico contesto nel quale gli studenti incontrano apprendimenti ma le esperienze di apprendimento pervadono la loro quotidianità.
Pertanto, la scuola deve fare in modo di guidare gli studenti e le studentesse nel dare senso alla varietà delle esperienze che possono incontrare in modo tale da ridurre la frammentazione e garantire ad ogni studente il raggiungimento del personale successo formativo.
Per questo la scuola tenta di consolidare gli apprendimenti di base, le competenze di base per poter affrontare l’apprendimento per tutta la vita.
Un elemento che viene sottolineato dalle Indicazioni nazionali e dalle Linee guida è la centralità della persona con la sua singolarità e complessità.
Inoltre, è centrale una nuova forma di cittadinanza proprio perchè la scuola adesso si apre al territorio ed alla famiglia ma, grazie all’autonomia scolastica, si introduce anche una forma di responsabilizzazione di tutti gli attori sociali. Questa nuova cittadinanza deve partire dal contesto di appartenenza per ampliarsi al più ampio territorio nazionale, europeo e mondiale.
Nel testo delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida sono riportati gli obiettivi generali di apprendimento per le discipline e relativi traguardi per lo sviluppo delle competenze. Questi aspetti hanno, comunque, come riferimento di fondo il testo della Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulle otto competenze chiave per l’apprendimento permanente nella versione del 2006 e nella più aggiornata del 2018.
L’impostazione didattica ed organizzativa introdotta con le Indicazioni nazionali prevede che questo testo sia un quadro di riferimento per la progettazione curricolare della singola istituzione scolastica. Definirei, pertanto, le Indicazione nazionali e le Linee guida come un testo aperto, un testo di riferimento per i docenti che, all’interno del collegio docenti, possono discutere , condividere ad approvare un proprio curricolo d’istituto, espressione della libertà di insegnamento e a dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Sosterrei, inoltre, che la definizione del curricolo è un processo attraverso il quale c’è la possibilità di sperimentare, di fare ricerca, uno degli aspetti che caratterizzanti proprio l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Il curricolo così elaborato è inserito nel piano dell’offerta formativa, ora piano triennale dell’offerta formativa, che potremmo definire essere la carta d’identità di presentazione di una scuola.
Riferimento costante deve essere anche il profilo di uscita dello studente alla fine del ciclo d’istruzione.
Nel curricolo elaborato sono definiti gli obiettivi di apprendimento disciplinare ma anche i traguardi di sviluppo delle competenze da certificare alla fine del percorso.
Partendo dal curricolo d’istituto, dalle Indicazioni o Linee Guida, ogni docente può progettare e attuare le proprie proposte didattiche, sperimentare esperienze di apprendimento, attività, scelte strategiche finalizzate a raggiungere quegli obiettivi di apprendimento e quei traguardi di sviluppo delle competenze.
Gli obiettivi di apprendimento potrebbero essere definiti come dei campi del sapere, delle conoscenze e delle abilità che sono indispensabili nell’affrontare lo studio delle discipline, per poter raggiungere i traguardi di sviluppo delle competenze
A loro volta, i traguardi di sviluppo delle competenze sono il termine da raggiungere alla conclusione della scuola d’infanzia, della scuola primaria, della secondaria di primo grado e della secondaria di secondo grado e sono relativi rispettivamente ai campi di esperienza per l’infanzia e alle discipline per gli altri ordini di scuola. Pertanto, i traguardi di sviluppo delle competenze sono dei riferimenti ineludibil e sono indispensabili per poter costruire piste culturali e didattiche volte a garantire lo sviluppo integrale della persona.
Infine, ma non è per importanza, è giusto citare il ruolo centrale della valutazione nelle Indicazioni nazionali e nelle Linee. Per cogliere l’importanza della valutazione richiamo un passaggio significativo delle Indicazioni nazionali del primo ciclo, che sottolinea il ruolo chiave della valutazione: la valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari.
La valutazione ha, allora, un ruolo determinante e, soprattutto, indispensabile per comprendere e acquisire elementi utili in termini di valutazione non solo per il docente ma anche per le famiglie e per gli stessi studenti, nel rispetto della trasparenza e della condivisione dei criteri e dei risultati di apprendimento.
Con questa impostazione la valutazione può essere davvero formativa e formatrice e, quindi, offrire anche agli studenti quegli elementi utili per comprendere quali siano i propri punti di forza e i propri punti di debolezza, per far leva sui punti di forza e cercare di recuperare quelle difficoltà che si incontrano. In questo modo, anche al momento della valutazione, frequentemente oggetto di stress e frustrazione, può essere vissuto come un momento del percorso di apprendimento, un passaggio di fondamentale importanza, disinnescando l’ordigno ansioso che troppo frequentemente lo accompagna.
Pertanto, i testi delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida dei rispettivi ordini di scuola devono essere documenti di riferimento per il personale docente sia per la fase collegiale di definizione e di costruzione del curricolo sia per impostare la propria quotidiana attività didattica.
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