Introduzione
Le indicazioni nazionali per il primo ciclo d’istruzione sono un documento fondamentale per la progettazione dell’attività didattica da parte del personale docente.
Tale documento si caratterizza per la promozione di nuova impostazione didattica di una scuola riconosciuta autonoma. Infatti, esiste una prima versione del 2004 che è proprio stata introdotta a seguito della rivoluzione che ha portato al centro dell’attività le istituzioni scolastiche riconosciuto autonome lo studente ed il suo successo formativo.
Successivamente, abbiamo una versione rivista del 2007 e, poi, quella del 2012, tuttora in vigore.
Nel 2018 è stato poi elaborato un documento dal titolo Indicazioni nazionali e nuovi scenari che non ha riscritto il testo ma ne ha enfatizzato la dimensione di cittadinanza.
Approfondiamo nel dettaglio la versione tuttora in vigore del 2012
Innanzitutto, il testo delle Indicazioni nazionali mette in evidenza come il contesto entro il quale ci muoviamo deve promuovere un nuovo umanesimo. Perché emerge chiaramente la necessità ricorrente di riorganizzare i saperi e le competenze nella fase di studio ma anche quando si entra nel mondo del lavoro.
Le occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali sono proposte di apprendimento che lo studente può incontrare in tutte le occasioni quotidiane e non soltanto nell’esperienza scolastica. Per questo, la scuola deve offrire delle occasioni di apprendimento funzionali proprio ad apprendere i saperi, i linguaggi culturali di base, funzionali ad acquisire quelli strumenti indispensabili per l’apprendimento nel corso di tutta la vita e per riuscire a selezionare le informazioni che nell’attuale contesto bombardano la quotidianità degli alunni e degli studenti.
In secondo luogo, la scuola deve aiutare nell’impegativo percorso di maturazione della capacità di elaborare itinerari personali.
Infine, impegno della scuola è favorire l’autonomia della persona.
Nell’incontrare il sapere e nel far incontrare le esperienze di apprendimento agli alunni ed agli studenti dobbiamo, infatti, evitare il semplice accumulo di informazioni ma favorire il raggiungimento del pieno dominio degli ambiti disciplinari, in modo tale da poterne e saperne cogliere anche le rispettive connessioni e saper superare la frammentazione delle discipline.
L’alunno e lo studente devono arrivare a cogliere gli elementi essenziali di un problema, saperne pianificare possibili soluzioni e comprendere le implicazioni delle proprie azioni.
Per questo, nell’attività didattica vengono proposte attività di esperimento, gioco, arte, musica,… che vedono protagonista alunno e studente nell’incontrare queste esperienze di apprendimento.
Il testo delle indicazioni nazionali è proprio un testo aperto, che indica delle discipline non più aggregate in modo precostituito ma che si caratterizzano per una trasversalità. Offrono, infatti, occasioni di apprendimento attraverso l’incontro con le diverse esperienze disciplinari e nel cercare di cogliere le interconnessioni tra questi diversi ambiti disciplinari, al fine di ricostruire un’unitarietà di insegnamento e l’esercizio pieno dell’autonomia didattico. Ecco allora che nel costruire le esperienze di apprendimento, soprattutto nel costruire il curricolo d’istituto, si tenta di garantire una continuità e unitarietà: il curricolo d’istituto che viene costruito dai tre ai quattordici anni e, a seconda dei diversi ordini di scuola con delle proprie specificità, è un curricolo progressivo, verticale, ricorsivo.
Questa impostazione fa del curricolo il punto di riferimento per la progettazione didattica, per l’attuazione dell’attività didattica.
Alla conclusione, poi, dei percorsi scolastici si raggiunge la certificazione delle competenze. Pertanto, il curricolo viene finalizzato alla maturazione delle competenze definite nel profilo di uscita dello studente al termine del primo ciclo d’istruzione.
Si conciliano così la definizione di traguardi a livello nazionale e la progettazione dei curriculi a livello di singola istituzione scolastica e di singolo docente, nel pieno rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Il testo delle indicazioni nazionali distingue i diversi ordini di scuola: indicazioni per la scuola d’infanzia e quelle per la scuola primaria e secondaria di primo grado.
Indicazioni nazionali scuola d’infanzia
Per quanto riguarda la scuola d’infanzia è importante richiamare alcuni significativi passaggi: la scuola d’infanzia intende promuovere l’identità, l’autonomia, le competenze e la cittadinanza.
Cosa si intende dire con promuovere l’identità? s’intende dire che si dà la possibilità al bambino e alla bambina di essere sicuri nel muoversi in un ambito sociale diverso dall’ambito primario, che è quello familiare. Infatti, la scuola d’infanzia è per alcuni bambini la prima esperienza al di fuori della famiglia. Molti hanno già sperimentato l’asilo nido. Infatti, recenti documenti legislativi hanno rivisto l’impostazione del settore dagli zero ai sei anni di età, includendo il periodo zero – tre anni come uno dei contesto fondamentali di prima esperienza sociale per i bambini.
Pertanto, promuovere l’identità vuol dire accompagnare il bambino e la bambina ad essere sicuri in un ambiente sociale allargato, sperimentare in questo modo anche ruoli di identità.
Promuovere, invece, l’autonomia vuol dire aiutare il bambino a raggiunge la fiducia in se stesso ma anche nelle altre persone, chiedendo aiuto in caso di necessità o dando aiuto in caso di bisogno, maturare nel riconoscimento degli stati d’animo e iniziare a saper classificare questi stati d’animo in emozioni.
Promuove le competenze vuol dire consentire al bambino di giocare, muoversi, esplorare e manipolare, svolgere delle attività che lo inducono a porsi delle domande e a riflettere sulle esperienze fatte.
Infine, maturare la cittadinanza vuol dire saper scoprire l’altro e comprendere come sia fondamentale per la convivenza con le altre persone acquisire e condividere delle regole, così come saper utilizzare l’ascolto ed il dialogo.
Nella scuola d’infanzia è di fondamentale importanza l’ambiente di apprendimento. L’ambiente di apprendimento deve, infatti, consentire un giusto equilibrio tra i momenti di cura, di relazione e di apprendimento. Per questo sono fondamentali le cosiddette routine cioè quei comportamenti abituali che regolano i ritmi della quotidianità scolastica perché diventano per i bambini una base sicura attraverso la quale gli stessi iniziano ad acquisire, comprendere la scansione del tempo e l’organizzazione dello spazio: i momenti di gioco individuale, le attività con i compagni, le ritualità della giornata, l’entrata, l’attesa di tutti i compagni, la preparazione per l’uscita, l’attesa dei genitori,…
Pertanto, lo spazio e il tempo diventano degli elementi fondamentali di qualità pedagogica.
Nel testo delle indicazioni sono descritte le aree entro il quale i bambini sperimentano l’esperienza didattica: i cosiddetti campi di esperienza. I campi di esperienza sono aree di approfondire attraverso l’esperienza, il gioco, la manopola, la sperimentazione,… Insomma, attività che permettono loro di scoprire il mondo degli altri andando per tentativi ed errori.
Ogni campo di esperienza è quindi fatto di oggetti, situazioni, immagini, linguaggio specifico riferiti a dei sistemi simbolici che ci consentono un’iniziale classificazione della nostra cultura.
Approfondiamo velocemente quali siano questi diversi campi di esperienza.
Il sé e l’altro che potremmo definire l’occasione con il quale il bambino misura i propri primi perché. Osserva la natura e i viventi, inizia l’incontro con l’altro, scopre i primi orientamenti morali, acquisisce consapevolezza del proprio corpo, delle sue parti e via via intraprende il percorso verso la maturazione di una propria identità. Così come impara a stare con gli altri e, proprio nello stare con gli altri, impara quanto siano fondamentali le regole da condividere. Inoltre, attraverso le esperienze in questo campo, inizia ad acquisire una prima consapevolezza dei propri stati d’animo e, quindi, comincia a maturare una prima capacità di classificazione di quelle che poi potremmo definire le emozioni. Incontra e conosce i propri diritti e doveri, è introdotto alle prime esperienze di vita sociale e matura una prima forma di cittadinanza. È con l’ingresso a scuola che incontra delle istituzioni diverse dalla famiglia e, quindi, potremmo definire il campo di esperienza Il sé e l’altro come la prima palestra sociale.
Un successivo campo di esperienza è il corpo e il movimento che, come dice chiaramente la denominazione, è l’incontro dell’altro e del mondo attraverso la scoperta del proprio corpo.
Infatti, attraverso le attività di gioco, di esperimento, di movimento,… il bambino inizia progressivamente ad acquisire coscienza del proprio corpo. Ha, in questo modo, la possibilità di cercare, esplorare e scoprire attraverso il corpo oltre che vivere sensazioni ed emozioni. Hanno, pertanto, un ruolo centrale le routine, che abbiamo citato nel parlare dell’ambiente di apprendimento, perché proprio queste routine permettono al bambino di avere una base sicura attraverso la quale conoscere ed esplorare il proprio corpo nel rapporto con la quotidianità scolastica, sia nel rapporto con l’ambiente scolastico che nel rapporto con gli altri, cioè i compagni e gli adulti di riferimento.
Nell’incontro con questo campo di esperienza si prova a sperimentare le prime opportunità per ascoltare e comprendere i messaggi che provengono dal proprio corpo.
Immagini suoni e colori. Attraverso questo campo di esperienza le proposte didattiche cercano di portare i bambini ad esprimersi con immaginazione, creatività, incontrando le prime forme d’arte, di musica e le varie espressioni artistiche. Sono, inoltre, proposte attività con i media e le tecnologie che ormai pervadono la nostra quotidianità.
Altro campo di esperienza, sicuramente centrale, è i discorsi e le parole. Infatti, la lingua è il principale strumento, essenziale per poter comprendere, per poter comunicare, per definire il proprio pensiero ma anche per confrontarsi con le altre persone. Per questo è di fondamentale importanza sperimentare, approfondire le attività in questo campo di esperienza, mantenendo però il rispetto del patrimonio linguistico personale.
All’interno delle sezioni vi sono, infatti, opportunità di offerta culturale e di espressioni culturali differenti. Per questo va promosso l’apprendimento oltre che della lingua italiana anche di una eventuale propria lingua d’origine, rispettandone le caratteristiche.
Il bambino attraverso, l’esperienza dei discorsi e le parole, inizia ad acquisire il lessico, a correggere la pronuncia, a sperimentare diverse interazioni verbali e via via a maturare un personale pensiero logico creativo.
Infine, abbiamo il campo di esperienza conoscenza del mondo con il quale il bambino può condurre attività di esplorazione, riflettere sull’esperienza e sull’esperimento svolto e imparare a esprimere le prime forme di descrizione, rappresentazione e riorganizzazione dell’esperienza fatta. In questo campo di esperienza si incontrano gli oggetti, i fenomeni, i viventi, il numero e lo spazio.
Fondamentale sottolineatura delle indicazioni nazionali è la valorizzazione della continuità verticale tra un ordine e l’altro di scuola, passaggio fondamentale per un corretto inserimento e per garantire il successo formativo.
Continuità verticale
Il tema della continuità tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria e tra la scuola primaria e a scuola secondaria di primo grado è solitamente approfondito perché premessa per porre le basi della progressiva acquisizione delle competenze, che permettano ad ogni alunno prima, studente poi di poter apprendere per tutta la vita e raggiungere il proprio personale successo formativo.
Per questo nelle indicazioni nazionali relative al primo ciclo si dice chiaramente come l’esperienza educativa abbia un ruolo centrale per il ruolo attivo dell’alunno e dello studente quale protagonista dell’esperienza di apprendimento, perché attraverso queste esperienze può iniziare a porre le basi per costruire il proprio personale progetto di vita. Si ribadisce, inoltre, quanto l’esperienza educativa all’interno del primo ciclo abbia un ruolo anche di orientamento fondamentale, perché attraverso queste esperienze l’alunno può cominciare a comprendere e ad acquisire consapevolezza di quelle che sono le proprie potenzialità. Infatti, il primo ciclo d’istruzione è impegnato a far acquisire l’alfabetizzazione culturale di base, cioè fare in modo di acquisire quei linguaggi e quei codici che sono le strutture indispensabili nella nostra cultura per riuscire ad aprire il proprio orizzonte anche ad altre culture e per arrivare ad un utilizzo consapevole dei nuovi media.
Indicazioni nazionali scuola primaria e scuola secondaria di primo grado
Il testo delle indicazioni nazionali per il primo ciclo, articola, poi, l’organizzazione in scuola primaria e scuola secondaria di primo grado.
Nella scuola primaria si tenta di far maturare, di far acquisire gli apprendimenti di base e nella secondaria di primo grado si ha un primo accesso alle discipline, intese come punti di vista sulla realtà, modalità per conoscere e per interpretare il mondo. Queste diventano fondamentali per acquisire l’apprendimento e, soprattutto, per poter imparare ad imparare per tutta la vita.
Anche nel primo ciclo ha un ruolo centrale l’ambiente di apprendimento che naturalmente è il contesto all’interno del quale s’intende promuovere e stimolare l’apprendimento degli studenti e, soprattutto, garantirne il successo formativo.
Per questo l’ambiente di apprendimento deve essere caratterizzato anche qui da una certa flessibilità di spazi, nell’opportunità di avere luoghi attrezzati, biblioteche, palestre, laboratori ma ampliare anche il contesto di apprendimento al di fuori delle mura scolastiche, aprendosi quindi al territorio. In questo ambiente di apprendimento centrale diventa anche la valorizzazione dell’esperienza degli alunni e la promozione della diversità e dell’inclusione. In questo modo sono occasioni di ambiente di apprendimento costruttivo anche l’apprendimento collaborativo e quei percorsi che permettono agli alunni di acquisire progressivamente consapevolezza del proprio modo di apprendere e, quindi, maturazione di competenze metacognitive, che dovrebbero via via accompagnare verso una sempre maggiore consapevolezza. Infine, le indicazioni nazionali approfondiscono le singole discipline, elencando obiettivi di apprendimento da raggiungere in alcuni classi della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado.
Al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado sono previsti i traguardi di sviluppo delle competenze.
L’approfondimento, poi, delle singole discipline offre la base di partenza per la costruzione del curricolo d’istituto. Infatti, ogni istituzione scolastica deve elaborare, con la partecipazione di ogni docente all’interno del collegio docenti, il curricolo d’istituto ed indicare, per ogni disciplina, gli obiettivi di apprendimento da raggiungere in ogni classe del grado d’istruzione.
Il punto di riferimento per la definizione del curricolo è proprio il testo delle indicazioni nazionali che è un testo aperto, che non vincola come facevano i programmi a determinati contenuti ma che permette ad ogni istituzione scolastica di esercitare appieno l’autonomia e ad ogni docente di esercitare appieno la propria libertà di insegnamento.
SEGUIMI
I'M SOCIAL
Per entrare in contatto con me anche su altre piattaforme, seguimi sui Social.