Tra le competenze dell’insegnante descritte da Philippe Perrenoud, la settima competenza riguarda informare e coinvolgere i genitori.
Come fatto anche con i precedenti video, cercherò di individuare all’interno della normativa in vigore nel nostro Paese quali siano i principali riferimenti legislativi e contrattuali utili per mettere in pratica questa settima competenza.
Questa competenza può essere considerata strettamente collegata alla precedente, la sesta competenza, ossia la partecipazione alla gestione della scuola.
Viene immediatamente alla memoria il fermento culturale e sociale avvenuto attorno al 1974 con l’approvazione dei decreti delegati: il forte entusiasmo di rendere partecipe il contesto culturale e territoriale alla vita della scuola ha fatto nascere gli organismi partecipativi che, oggi, conosciamo ancora come organi collegiali. Quel fermento culturale ha avuto come contraltare il timore da parte di alcune realtà di generare una sorta di invadenza nei confronti delle scelte della scuola. Pertanto, per informare e per coinvolgere i genitori, va creato quel giusto equilibrio tra l’entusiasmo della partecipazione e il timore di invadenza, calibrando attentamente il coinvolgimento su temi di comune responsabilità.
I punti affrontati nell’analisi di questa competenza da parte di Philippe Perrenoud sono i seguenti:
Su questa competenza, come abbiamo visto anche con la sesta competenza, possono incidere una serie di aspetti di carattere strutturale e di contesto, che non dipendono dalle istituzioni scolastiche. Ne sono esempio il forte numero di precari che rende abbastanza difficile avere una presenza continuativa dal punto di vista educativo e didattico delle stesse figure da un anno con l’altro, oppure una forte burocratizzazione nelle azioni della scuola che, quindi, frequentemente, attribuisce più un peso formale ad alcuni passaggi anziché un valore sostanziale. Possiamo pensare, in questo caso, ad alcune delibere o passaggi di delibera che ogni anno devono essere svolti. La forte pesantezza burocratica che incombe sulla scuola fa frequentemente vivere questi passaggi più come un atto formale anziché scelte sostanziali. Per questo diventa importante saper animare riunioni di informazione e di dibattito.
Animare riunioni di informazione e di dibattito
Diventa, infatti, centrale per il docente saper attentamente gestire queste situazioni in cui c’è la presenza dei genitori: bisogna essere in grado di aiutare alcuni genitori a saper distinguere la propria situazione individuale e trasformarla sul piano collettivo. Ad esempio, capita che in alcune riunioni del consiglio di classe qualche genitore riporti il vissuto del figlio come un vissuto dell’intera classe. Qui si inserisce tale settima competenza del docente: saper cogliere lo stimolo e la riflessione offerta dal genitore e sapere attentamente calibrare la dimensione individuale, che riguarda lo specifico figlio di questo genitore, rispetto alla situazione collettiva della classe, facendo tesoro di queste riflessioni per avere un beneficio su tutti. Un insegnante competente in questo senso mette a servizio del confronto la propria professionalità, non gestendo queste situazioni come momento di sfogo ma sapendo mediare le inevitabili situazioni di conflitto e di difficoltà o di confronto acceso che si possono venire a generare.
È chiaro che nella interlocuzione con i genitori è di fondamentale importanza che l’insegnante abbia anche una forte competenza sociologica cioè sappia veramente e attentamente leggere la situazione del contesto sociale e culturale e, quindi, prestare attenzione alle osservazioni dei genitori e non viverle semplicemente come un attacco nei propri confronti.
Tali osservazioni, anche critiche, possono essere elementi utili per leggere il contesto entro il quale si trovano le istituzioni scolastiche, entro il quale va elaborata e condivisa l’offerta formativa della scuola e della singola disciplina. Infatti, vanno individuati i temi che devono essere punti di incontro tra i genitori e i docenti, come la corresponsabilità educativa. Su tale terreno è più facile trovare dei punti di accordo e, soprattutto, è più facile trovare quel terreno di continuità educativa che è utile, perché le scelte operate dalla scuola possono avere un seguito nelle scelte che vengono operate a casa e viceversa. In questo senso, va letto il cosiddetto patto educativo di corresponsabilità che tra scuola e famiglia, sottoscritto all’atto dell’iscrizione, che mette in evidenza queste dimensioni di scelte comuni dal punto di vista educativo, terreno fertile entro il quale la collaborazione per la scuola e la famiglia può diventare significativa.
Guidare colloqui
Altro tema di fondamentale importanza è saper guidare i colloqui.
Per riuscirvi il docente deve avere contezza e saper gestire la situazione di assimetria che, frequentemente, viene vissuta dal genitore nei confronti del docente o viceversa. La stessa va colta e gestita con equilibrio, per smontare l’aspetto di ricaduta negativa che si può generare, per prevenire le ripercussioni di tale lettura distorta della relazione scuola – famiglia sulla relazione con gli studenti. Il rapporto descritto va, pertanto, gestito con molta attenzione e molta delicatezza, in quanto le occasioni di confronto che si hanno nei colloqui possono diventare terreno utile per cogliere degli interessanti spunti utili alla progettazione educativo – didattica per l’insegnante.
Coinvolgere i genitori nella valorizzazione della costruzione dei saperi
Philippe Perrenoud propone, infatti, di coinvolgere i genitori nella valorizzazione e nella costruzione dei saperi. Per comprendere le riflessioni di Perrenoud possiamo farci aiutare dal vissuto dell’esperienza del lockdown del 2020: la necessità per le famiglie di supportare i figli nella prima sperimentazione della Didattica a Distanza, esigenza inaspettata e soluzione inevitabile per traghettare un complicato anno scolastico.
Cosa vuol dire, allora, che è importante esternare le scelte pedagogiche? Vuol dire renderle note alle famiglie e, infatti, all’inizio di ogni anno scolastico, viene calendarizzato un incontro del consiglio di classe dove si presenta la progettazione educativo – didattica dell’anno. Tale momento iniziale deve tornare ad essere vissuto come un’importante opportunità per rendere anche la famiglia partecipe dell’impianto pedagogico di una scuola e del docente. Le finalità di tale condivisione non devono essere dettate dalla necessità di sopperire ai momenti in cui la didattica in presenza va integrata con la distanza, ma perché la piena consapevolezza di queste scelte pedagogiche e didattiche può essere di aiuto in quel percorso di continuità tra scuola e famiglia e, soprattutto, perché diventa una forma di coinvolgimento dei genitori, a loro volta partecipi al percorso di apprendimento dei propri figli.
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