Manifesto Scuola del Gratuito (1998)
Innanzitutto, il manifesto della scuola del gratuito propone di far crescere, sviluppare i doni e le risorse di ogni persona secondo un progetto originale, prezioso, unico e irripetibile.
Questo può avvenire solo attraverso la gratuità, che educa davvero perché fa sentire la persona amata e quindi libera di scoprirsi e di essere se stessa.
In tal modo, la scuola del gratuito o scuola senza voti poggia necessariamente su rapporti di relazione vitale tra le persone, garanzia di gratuità e di vero metodo educativo. Sostiene infatti, che senza relazione anche l’educazione decada a semplice informazione.
La scuola senza voti è “una scuola in cui il ragazzo si percepisca promotore del proprio processo di crescita e l’insegnante si concepisce al servizio gratuito di esso. Solo così è possibile una maturazione armoniosa dell’alunno, nel rispetto dei propri talenti e delle proprie potenzialità”
Azioni della scuola del gratuito
Ispirandosi alla pedagogia del gratuito, la scuola senza voti articola la propria attività in alcune azioni fondamentali.
Curare la motivazione
Significa prendersi cura dei bambini e dei ragazzi per coltivare ed alimentare il desiderio di apprendere e di crescere. Per farlo è indispensabile utilizzare una didattica nuova, più dinamica, più vicina a ciò che sono i bambini e i ragazzi. Per questo si utilizza il coinvolgimento attivo, il dialogo, la discussione, il confronto tra le idee, la mediazione.
L’aspetto centrale è che l’attenzione non è posta sul risultato, sul prodotto, sulla quantità, ma sulla qualità del processo, in quanto è in esso che la mente esercita tutte le proprie intelligenze.
In questa visione la “valutazione” acquista un valore differente, come processo di valorizzazione, di riconoscimento del valore della persona e delle sue capacità. In questo modo, la valutazione non è più un semplice giudizio, una misurazione di ciò che è stato prodotto, con il conseguente rischio di generare demotivazione e frustrazione.
L’atto valutativo in questa visione potremmo dire che è di tipo dialogico, parla cioè con gli allievi degli aspetti positivi senza nascondere i limiti, ma indicando la strada per migliorare e risolvere determinati problemi, ricordando molto la valutazione dai voti ai giudizi, dove la valutazione diviene formativa e formatrice.
Centrale è pertanto la fiducia che i ragazzi possono sperimentare, con conseguenze positive in termini di senso di appartenenza, di crescita della responsabilità, di voglia di partecipare, di rispetto delle regole e di armonia nella convivenza.
Significativa ed interessante in questo senso è l’esperienza degli assemblea degli studenti sin dalla scuola primaria, esempio significativo di sperimentazione della partecipazione come dovrebbe accadere negli organi collegiali della scuola.
Curare l’integrazione
Altra azione centrale della pedagogia del gratuito è la cura per l’integrazione.
La storia del nostro Paese ci ha distinto per la chiusura delle scuole speciali e per un percorso che ha portato all’integrazione prima e all’inclusione scolastica poi.
Il sistema delle certificazioni ancora esistente è centrato però sui programmi e sul merito.
Va, invece, maggiormente valorizzata la diversità come valore, superando anche le enormi difficoltà che ancora vediamo nella quotidiana attività di inclusione.
Interessante è la proposta didattica delle cosiddette ” Pagine Gialle”.
Con tale attività, ogni alunno o ragazza può mettere a disposizione le proprie abilità particolari anche extrascolastiche, inserendole in un elenco creato ad hoc, in cui ciascuno manifesta tali abilità e può trovarne altre che fanno al caso proprio.
In questo modo tutti ricoprono un ruolo ed ognuno impara qualcosa di nuovo dagli altri.
Curare la cooperazione
Infine, altra azione centrale è quella di curare la cooperazione.
Infatti, tra scuole e famiglia è indispensabile vi sia continuità, condivisione per non offrire messaggi contraddittori. e disorientanti per i ragazzi, al fine di costruire insieme un’autentica comunità educante per una scuola autonoma.
In questo senso, l’istituzione degli organi collegiali della scuola con la legge n. 416/ 1974 ha caratterizzato profondamente la storia del nostro Paese.
Oggi, però, tali organi collegiali hanno bisogno di essere rianimati per sfruttare gli spazi di autonomia scolastica a disposizione e per ristimolare una partecipazione consapevole e responsabile alle scelte della scuola.
Pubblicazioni
Per un primo approfondimento della scuola senza voti vi sono alcune pubblicazioni piuttosto interessanti:
- Ferdinando Maria Ciani, Scuola di gratuità, 2021, edizioni Sempre
- Ferdinando Maria Ciani, Vi insegno a prendere il volo, 2017, edizioni Sempre
- Ferdinando Maria Ciani, Scuola del gratuito. Esperienze, 2013, edizioni Sempre
- Ferdinando Maria Ciani, A scuola senza profitto, 2008, edizioni Sempre
- Ferdinando Maria Ciani, La scuola di Pinocchio. Verso un’educazione del gratuito, 2001, edizioni Sempre
- Gianfranco Zavalloni, La pedagogia della lumaca. Per una scuola lenta e nonviolenta, 2015, edizioni EMI
- Marco Orsi, Dire bravo non serve. Un nuovo approccio alla scuola e ai compiti, 2007, edizioni Mondadori
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