La pedagogia del gratuito è una teoria che è emersa dal dibattito promosso dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, la quale ha sostenuto la necessità di progettare una società diversa rispetto a quella basata sui meccanismi del profitto, del mercato e del consumismo.
In questo contesto, la pedagogia del gratuito ha l’obiettivo di promuovere relazioni di gratuità tra gli individui e di costruire una scuola basata su tali principi.
La pedagogia del gratuito si basa sulla consapevolezza che l’istruzione e la formazione sono beni comuni e, quindi, devono essere accessibili a tutti, indipendentemente dal loro status sociale ed economico. Inoltre, essa sostiene che la scuola deve essere un luogo dove l’apprendimento avviene attraverso la condivisione di conoscenze e la collaborazione tra studenti e insegnanti, piuttosto che attraverso una logica di competizione.
In tal modo, la pedagogia del gratuito si contrappone ad un approccio basato sulla competizione, sulla selezione e sulla valutazione individuale. Invece, essa promuove una visione dell’educazione come un processo cooperativo, in cui l’insegnante e gli studenti sono coinvolti in un dialogo costante e in un apprendimento reciproco.
La pedagogia del gratuito non si rivolge solo alla scuola, ma si estende a tutti gli ambiti della vita sociale, ponendo l’accento sulla solidarietà, sulla condivisione e sulla cooperazione come valori fondamentali per costruire una società più giusta e più umana. Inoltre, essa mette in discussione il paradigma culturale dominante, che valorizza il successo individuale e la competizione e propone un modello alternativo basato sulla cooperazione e sulla gratuità.
Nata negli anni ’90, la pedagogia del gratuito ha le sue radici nella filosofia dell’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi. L’idea di base era quella di creare una società basata sui principi di solidarietà, fraternità e gratuità, anziché sul profitto, il mercato e il consumismo. Don Benzi riteneva che la gratuità fosse un bisogno naturale dell’uomo e che ricevere un gesto gratuito potesse aiutare a costruire relazioni autentiche e profonde.
La pedagogia del gratuito si concentra sulle relazioni umane e sul valore dell’essere umano come persona, piuttosto che sulla utilità o sul valore di scambio.
La scuola diventa un luogo in cui la gratuità è valorizzata, insegnata e messa in pratica, dove la relazione tra docenti e studenti, tra gli stessi studenti e tra la scuola e la comunità circostante si basa sulla gratuità e sul rispetto reciproco.
L’obiettivo della pedagogia del gratuito è quello di promuovere una cultura della gratuità, dell’incontro e della relazione autentica, in un’epoca in cui spesso prevalgono l’individualismo, il materialismo e la cultura del consumo.
Grazie alla gratuità, si può creare un ambiente scolastico inclusivo e accogliente, in cui gli studenti si sentono valorizzati e amati per ciò che sono, indipendentemente dalle loro capacità o dal loro livello di rendimento. In questo modo, si può creare una scuola che non solo trasmette conoscenze, ma anche valori e virtù che aiutano gli studenti a diventare persone migliori e più consapevoli del loro ruolo nella società.
Riflessione teorica
I riferimenti principali da cui ha preso ispirazione la pedagogia del gratuito sono i seguenti:
- la pedagogia della cooperazione (Freinet – Don Milani – Montessori) (‘900);
- le Scuole libertarie (Summerhill – Scuola del Ponte – Kapriol);
- i nuovi studi sull’apprendimento e sulla mente (Gardner – Pedagogia dei genitori).
Rispolveriamo rapidamente ciascuna di tali teorie per cogliere quale apporto abbiano trasmesso alla pedagogia della gratuità.
Pedagogia della Cooperazione
Principale esponente di tale teoria è l’educatore e pedagogo francese Freinet (1896- 1966).
Egli ha tratto ispirazione a sua volta da Dewey Decroly, Maria Montessori,… Considerandosi un maestro.
Nel suo pensiero ha sostituito all’autorità, alla netta separazione tra scuola e vita, una pedagogia moderna che lascia libera espressione all’alunno ed all’alunna.
La scuola è, infatti, l’unica possibilità di riscatto sociale per tutti gli uomini, attraverso l’esercizio della parola, la sollecitazione delle strutture cognitive, l’attività manuale.
Il bambino è il centro del processo educativo: deve fare, sperimentare, non riprodurre modelli.
Altra fondamentale figura di riferimento della pedagogia della Cooperazione è stata Don Milani (1923- 1967).
Egli istituì dapprima le scuole popolari e successivamente le scuole serali, nel 1947, poi, nel 1954, arrivò a Barbiana con l’intento di portare la cultura a tutte le persone che vi vivevano.
La scuola popolare prima, il doposcuola per i bambini, l’avviamento industriale per molti bambini e ragazzi sono occasione di dialogo e di parola.
Per questo egli riteneva che le relazioni umane fossero necessarie per fare esperienza continua del mondo reale, per prendersi cura di noi, per fare esperienza del mondo.
La scuola popolare è l’esempio emblematico di una battaglia per difendere i diritti di tutti, primo fra tutti il diritto all’istruzione.
Per Don Milani la scuola era luogo di aggregazione per dare la parola a tutti.
Abbiamo, poi ,la figura di Maria Montessori (1870- 1952) pedagogista, laureata in medicina, distintasi per il suo metodo.
Il suo impegno è stato rivolto in particolare ai bambini in età prescolare, con la proposta di un nuovo metodo di insegnamento nella scuola dei bambini in cui prima veniva la vita e poi tutto il mondo.
Il bambino è centrale, si deve rispettare ogni sua libera scelta, permettendogli di utilizzare in modo autonomo il materiale scientifico messo a disposizione.
Il ruolo dell’adulto è quello di presentare un’attività che il bambino poi apprendere con l’esperienza e la ripetizione continua.
Il bambino può così svilupparsi autonomamente con materiale scientifico adatto.
È indispensabile lasciare il bambino nell’ambiente preparato, ispirandosi ad attività che lo portano a scoperte e conquiste.
Scuole libertarie o democratiche
Le scuole libertarie o democratiche rappresentano un’esperienza educativa innovativa che si è diffusa in diverse realtà nazionali. Questo tipo di scuole, inizialmente nato in Inghilterra, si basa sulla partecipazione attiva di tutti coloro che la vivono: insegnanti, studenti e genitori.
Un esempio di scuola libertaria è l’esperienza di Summerhill, fondata nel 1921 da Alexander Sutherland Neill a Dresda in Inghilterra. In questa scuola, ogni bambino ha il diritto di decidere autonomamente cosa fare, sempre nel rispetto degli altri. In questo modo, gli studenti hanno la possibilità di esercitare la propria libertà e di assumersi le proprie responsabilità.
Un altro esempio di scuola innovativa è la Scuola del Ponte in Portogallo. Qui si punta molto sulla democrazia partecipativa e sull’autonomia degli studenti. L’obiettivo è far maturare l’autonomia dell’alunno per raggiungere l’autovalutazione e l’auto-responsabilità.
Infine, c’è l’esperienza di Kapriole a Friburgo in Germania, la più grande tra le libere scuole alternative in Germania. In questa scuola, al centro dell’attività non ci sono le materie, ma l’alunno e la sua personalità. Gli studenti hanno la possibilità di decidere autonomamente cosa voler apprendere e di assumersi la responsabilità all’interno di una struttura democratica.
Nuovi studi sull’apprendimento della mente
Negli ultimi decenni, si è assistito a una svolta nello studio dell’intelligenza. Una delle figure più importanti in questo campo è Howard Gardner, che ha elaborato la teoria delle intelligenze multiple. Questa teoria ha superato la precedente visione incentrata esclusivamente sulla valutazione del quoziente intellettivo e ha riconosciuto l’esistenza di diverse forme di intelligenza, come quella musicale, spaziale, cinestetica e corporea, interpersonale, intrapersonale e naturalistica.
Ogni individuo deve essere messo nella condizione di poter imparare a sfruttare al meglio le proprie intelligenze migliori.
Tra i nuovi studi sull’apprendimento della mente c’è anche la cosiddetta teoria pedagogica dei genitori nata a Torino.
Essa basa la propria visione sul protagonismo dei cittadini, primi genitori dei propri figli.
Essa, infatti, impegna i genitori come formatori nella scuola a partire dal 1995.
La pedagogia dei genitori sostiene che la famiglia sia la componente essenziale ed insostituibile dell’educazione.
Questa teoria si basa sulla pedagogia della responsabilità, della speranza, dell’identità, della fiducia e della crescita.
Questo ritiene di attribuire centralità al patto educativo scuola- famiglia- sanità promosso attraverso l’ente locale.
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