In questi giorni che precedono per molti colleghi la prova orale del concorso ordinario, vi sono alcune domande abbastanza ricorrenti: come si svolgerà il colloquio? Cosa conviene ripassare? Quali riferimenti legislativi è utile richiamare?…
Cerco di fornire qualche suggerimento.
Innanzitutto, va ripreso in mano il decreto relativo al bando di concorso ordinario, rivisto per la parte dello scritto: il DM n. 499/2020. All’articolo 8 comma 7 vengono definite le finalità con le quali è condotta la prova orale: l’accertamento della preparazione del candidato secondo quanto previsto dall’Allegato A, la padronanza delle discipline, la capacità di progettazione efficace, anche in riferimento alle TIC.
Si tratta, infatti, di una lezione simulata, accompagnata dall’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche e metodologiche compiute dal candidato e di un’interlocuzione da parte della commissione sui contenuti della lezione stessa e per l’accertamento della conoscenza della lingua straniera e delle TIC.
Per avere un quadro ben chiaro dei criteri per la valutazione della prova orale, è indispensabile consultare la guida predisposta dal miur.
Qui si trovano i riferimenti specifici alla disciplina per la quale si partecipa al concorso.
Oltre ad indicazioni precise su come si svolgerà concretamente la prova, di fondamentale importanza è avere ben presente la tabella che il Ministero propone dove sono riportati gli ambiti osservati e valutati, gli indicatori sui quali verterà la verifica da parte della commissione, i descrittori dei diversi livelli ed il relativo punteggio.
Il colloquio verte su una traccia proposta dalla commissione ed estratta 24 ore prima della prova tra tre predisposte dalla Commissione giudicatrice. La prova orale è valutata al massimo 100 punti ed è superata da coloro che conseguono il punteggio minimo di 70 punti.
La commissione nel predisporre la traccia ha definito il contenuto della lezione, il contesto, le specificità della classe e degli alunni cui è rivolta e gli strumenti a disposizione.
I riferimenti legislativi da riportare nel predisporre la propria progettazione variano a seconda dell’argomento ma mi sento di indicare alcuni riferimenti fondamentali che, definirei, trasversali ad ogni proposta:
- Indicazioni nazionali e linee guida per i licei, gli istituti tecnici e gli istituti professionali (DPR n. 87 – 88 – 89 del 2010);
- Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente del 22 maggio 2018;
- Valutazione degli apprendimenti e certificazione delle competenze (D.lgs n. 62/2017), con le nuove ordinanze del 2022 relative agli esami conclusivi del ciclo di istruzione (n. 64 e n. 65);
- Inclusione degli alunni con BES, DSA, diversamente abili (Legge n. 104/1992, Legge n. 170/2010, D.M. n. 5669/2011, D.lgs n. 66/2017 e linee guida inclusione);
- Prevenzione e contrasto al bullismo e al cyberbullismo (nota MIUR n. 2519/2015).
Naturalmente, tali riferimenti vanno opportunamente inseriti e, soprattutto, se citati, vanno adeguatamente conosciuti, al fine di essere preparati ad eventuali domande di approfondimento da parte della commissione.
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