Conto alla rovescia per le prove scritte del concorso ordinario, atteso dall’estate 2020, quando sono state presentate le domande di partecipazione.
Le modifiche apportate ai bandi originari prevedono una diversa modalità di selezione, la non modifica dei programmi e la non riapertura dei termini di presentazione delle domande.
Le prove scritte inizialmente previste dal bando saranno sostituite da un’unica prova scritta a risposta multipla.
I quesiti dovrebbero essere 50 con 100 minuti di tempo.
Le possibili risposte tra cui scegliere quella corretta possono essere 4.
La risposta mancata o sbagliata non dovrebbe incidere sul punteggio e la prova è superata raggiungendo i 70/100.
La prova intende verificare le conoscenze e le competenze sulla tipologia di posto o sulla classe di concorso richiesta (40 quesiti), sull’informatica (5 quesiti) e sulla lingua inglese (5 quesiti).
Per le classi di concorso A024, A025 e B002 i quesiti inerenti le conoscenze e le competenze saranno 45 ed in lingua, quelli di informatica 5.
Per chi supera la prova scritta e, poi, prevista una prova orale e la successiva valutazione delle prove e dei titoli per stilare la graduatoria di merito.
Il 4 Novembre il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso parere sugli schemi di decreto del Ministro dell’istruzione concernenti le modifiche ai bandi per i concorsi ordinari della scuola d’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria.
E’ interessante approfondire alcune osservazioni del CSPI:
- I temi della formazione iniziale e del reclutamento vanno affrontati in maniera organica e devono prevedere una valorizzazione della professionalità degli aspiranti;
- Va prestata attenzione al carattere provvisorio, transitorio ed in deroga che dovrebbe avere la modifica dei bandi attraverso l’approvazione del decreto-legge 73/2021, convertito dalla legge 106/2021, tenendo distinta la futura modalità concorsuale che sembra, invece, così già regolata;
- Riprendendo i pareri già precedentemente espressi, viene evidenziata un’eccessiva separazione delle procedure concorsuali tra posti comuni e posti di sostegno.
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