È interessante approfondire la vicenda riguardante il CCNL comparto scuola 2019/21. Infatti, l’anomalia che ha caratterizzato questa contrattazione, iniziata a Novembre 2022, sta nel fatto di avere scandito il rinnovo in due step: parte normativa ed economica. L’anomalia non riguarda i due aspetti ma la scansione temporale delle firme apposte su ciascuna: parte economica a Novembre 2022 e parte normativa a Luglio 2023.
La motivazione sta nell’ottenere rapidamente l’esigibilità della parte economica che, infatti, è stata erogata in tempi rapidissimi già a Dicembre 2022.
L’aspetto che si è dovuto considerare è che le risorse a copertura del rinnovo economico sono state stanziate in tre differenti leggi finanziarie: 2019 – 2020 – 2021.
Con la firma di Novembre si è recuperato Il 96% del rinnovo.
Lo sforzo dei mesi successivi, che ha portato a completare la contrattazione con la firma del 14 Luglio, è stato indirizzato a sbloccare ulteriori 300 milioni di euro già oggetto di confronto acceso con il precedente Ministro Bianchi.
Pertanto, Il rinnovo complessivo ha recuperato ed è in linea con i rinnovi dei contratti nella Pubblica Amministrazione vedendo riconosciuti 124 euro medi lordi.
Tuttavia, non è ancora completamente recuperato il potere d’acquisto delle retribuzioni nella scuola.
La causa principale che ha zavorrato in questi anni la situazione è la mancata contrattazione per il pubblico impiego e per la scuola per ben 9 anni, che ha negativamente inciso sul potere d’acquisto dei nostri salari.
L’altro aspetto centrale che questa firma ha scalfito è stato il recupero degli spazi di contrattazione esautorati dall’incursione normativa con la riforma Brunetta, la legge 15 del 2009, i cui effetti sono stati veramente pesanti e faticosamente smontati.
Infatti, il nuovo CCNL ha chiarito e sancito il diritto delle RSU a ricevere i dati disaggregati in sede di informativa successiva in contrattazione, superando l’annosa diatriba tra diritto all’informazione e tutela della privacy.
Questi dati sono, infatti, funzionali alla verifica della contrattazione chiusa ed attuata ed a ripianificare la nuova contrattazione.
Altri temi molto significativi sono stati regolamentati:
- Riconoscimento dei 3 giorni di permessi per motivi personali e familiari anche al personale a tempo determinato;
- Riconoscimento della formazione come servizio retribuito;
- Restituzione di poteri al collegio docenti su materie specifiche;
- Ridefinizione delle figure professionali del personale ATA;
- Riconoscimento di pieni diritti per maternità e assistenza ai familiari;
- Possibilità di svolgere le 2 ore di programmazione settimanale della scuola primaria a distanza;
…
Un tema rinviato anche se molto significativo riguarda la formalizzazione delle figure di sistema.
Dal riconoscimento dell’autonomia alle istituzioni scolastiche con la legge n. 59 del 1997 ed attraverso il DPR n. 275 del 1999 sono divenute indispensabili figure di staff a supporto dell’attuazione del piano dell’offerta formativa, ora piano triennale dell’offerta formativa.
Per formalizzarne e riconoscerne il lavoro ci vogliono risorse specifiche.
Inoltre, dapprima va garantito a tutto il personale che decide di non accedere a questi incarichi aggiuntivi l’adeguato riconoscimento economico del proprio lavoro.
Solo dopo aver raggiunto tale obiettivo si può contrattare su risorse nuove e specifiche destinate a chi decide di assumere incarichi aggiuntivi.
Inoltre, aspetto centrale per un esercizio pieno e consapevole dell’autonomia scolastica è la partecipazione attiva e consapevole da parte della comunità educante alle scelte della scuola. Come ben sappiamo la più recente riforma, la Buona scuola, ha scalfito molti aspetti della collegialità.
Pertanto, il nuovo CCNL ha restituito pieni poteri al collegio docenti su tematiche modificate dalla legge n. 107, come la delibera su cosa, come e quando effettuare la formazione.
Poste tali premesse che, speriamo, rivitalizzino la partecipazione consapevole e responsabile, vi possono essere le condizioni per affrontare il tema delle figure di sistema, con l’imprescindibile condizione di nuove risorse ad esso dedicate.
Ora, l’ipotesi del contratto sottoscritto è al vaglio del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Nel frattempo, l’impegno è già rivolto al rinnovo del CCNL 2022/24 per fare in modo che il Governo ed il Parlamento trovino le adeguate e dignitose risorse economiche con la legge finanziaria.
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