Con la nota n. 27622 del 6/9/2021 il Ministero dell’istruzione ha introdotto l’obbligo di formazione per 25 ore per i docenti non specializzati che abbiamo in classe un alunno diversamente abile.
Partendo dal presupposto che non si vuole condannare la formazione, in quanto ritengo sia una leva strategica per la professionalità, tuttavia, va denunciata la grave invadenza di campo della legge sul contratto.

Dal momento che dovrebbe avviarsi a breve la trattativa per il rinnovo del CCNL comparto scuola scaduto nel 2018, perché non attendere il tavolo contrattuale per affrontare in maniera organica, seria e rispettosa tale tema delicato?
Attualmente, infatti, la formazione nella scuola è configurata come diritto/dovere e non come obbligo.

L’eventuale obbligatorietà scatta solo se la formazione è deliberata come obbligatoria dal collegio docenti, ma, in questo caso, rientra nelle attività funzionali alla docenza o è retribuita con il fondo d’istituto.
Altro passaggio importante va sottolineato: le risorse da destinare per la formazione vanno contrattate a livelli nazionale che, infatti, in virtù dell’art. 22 c. 4 lettera a3 del CCNL 2018, prevede la definizione in contrattazione nazionale dei criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione del personale docente, educativo ed ATA.
Ritengo, pertanto, che la scelta fatta dall’attuale Ministro sia lesiva dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola che già da tempo stanno vivendo condizioni di lavoro molto pesanti a causa delle riforme calate dall’alto degli ultimi due decenni.

Urge avviare immediatamente la trattativa per un contratto che sia adeguato alle condizioni di lavoro mutate ed appesantite.
In quell’occasione ritengo doveroso e rispettoso per il mondo della scuola affrontare il tema della formazione: diritto/dovere? Obbligatoria? Come riconoscere le ore destinate alla formazione?
È impensabile che un tema tanto importante sia stato introdotto unilateralmente senza preoccuparsi del carico che lo stesso comporta.

Infine, una riflessione sul sostegno: anziché ovviare al supporto didattico e di inclusione per gli alunni diversamente abili formando tutti i docenti di una classe, il Ministero dovrebbe affrontare seriamente la questione organico di sostegno. Frequentemente, l’organico destinato ai posti di sostegno è, infatti, organico di fatto, autorizzato fino al 30 Giugno. Questa condizione ostacola la stabilizzazione del personale e, conseguentemente, fa venir meno l’importante principio della continuità didattica.