Il tema della mobilità nella scuola, oggetto di discussione in questi giorni, è la dimostrazione concreta di quanto la stratificazione normativa renda complicata e confusa la gestione amministrativa ed organizzativa.
La mobilità riguarda i trasferimenti ed i passaggi di ruolo o di cattedra del personale della scuola.
Sul tema, in vista dei trasferimenti e dei passaggi in vigore dal primo settembre 2023, si sono succedute una serie di norme che hanno veramente complicato la gestione.
Infatti, per gestire le domande di mobilità in corso di presentazione bisogna fare riferimento a due diversi contratti integrativi e relative ordinanze, a ben sette diverse modalità di reclutamento, a ben tre diverse compagini governative con il relativo Ministro dell’Istruzione e ad una recente ordinanza ministeriale.
L’aspetto anomalo di quest’anno è che l’ordinanza emanata sul tema dal Ministero dell’Istruzione e del Merito ha subordinato la possibilità di accogliere la domanda di trasferimento dei docenti neoimmesi in ruolo nel corrente anno scolastico alla modifica del DL 36/2022 sulla formazione iniziale e continua del personale, a firma dell’allora Ministro Bianchi, che prevederebbe l’immediata applicazione del vincolo di permanenza triennale.
La questione in discussione riguarda l’applicazione di questo vincolo con l’entrata in vigore della norma nell’estate 2022 o con il nuovo sistema di reclutamento in fase di definizione.
Pertanto, coloro che stanno presentando ora domanda di trasferimento sono subordinati ad una sorta di scioglimento della riserva sul tema.
Come dicevo all’inizio si tratta di un concreto esempio di stratificazione normativa che non rende lineare e complica la gestione della mobilità.
Come in questo caso, su molti altri temi riguardanti la scuola ci troviamo a dover fare i conti con norme succedutesi negli anni che modificano, abrogano, rivedono norme precedenti, creando confusione.
Come già sottolineato in altre occasioni, è indispensabile arrivare alla riscrittura di un nuovo Testo Unico delle norme sulla scuola che organizzi, codifichi e dia ordine a tutte le materie oggetto di interventi legislativi o contrattuali.
L’ultimo testo risale al 1994, approvato con il decreto legislativo 297.
Capite che dal 1994 ad oggi sono subentrare molte riforme, interventi legislativi, governi, Ministri,… ciascuno dei quali ha aggiunto, h ha modificato o ha rivisto quanto fatto precedentemente.
Tutto questo rende veramente complicato affrontare in maniera lineare e con un’interpretazione univoca tanti temi riguardanti la scuola.
Un recente tentativo in questo senso è avvenuto con una delle deleghe della Buona scuola che, però, non è andato a buon fine.
Non è, poi, da trascurare quanto tale difficoltà determini inevitabilmente contenziosi e vertenze, con conseguente perdita di tempo e soldi per tutti: i diretti interessati e l’amministrazione.
Auspico che si consideri seriamente ed in tempo rapidi il lavoro di revisione e codificazione ordinata di tutte le norme in vigore nella scuola attraverso un nuovo Testo Unico.
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