Nella settimana che sta per concludersi, si è chiusa positivamente la trattativa tra le Organizzazioni Sindacali e la Direzione delle Risorse del Ministero Istruzione.

In questo modo si è sbloccata una situazione che si sta protraendo da tempo sull’utilizzo dei nuovi fondi stanziati dall’ultima legge di bilancio 2022 di 300 milioni per il salario accessorio da destinare piuttosto al rinnovo del CCNL scuola 2019/21.

Pertanto, ora le risorse a disposizione per il rinnovo del CCNL Scuola, scaduto nel 2018, ammontano complessivamente a 800.860.000 milioni di euro.

Subito dopo l’accordo, le scuole dovrebbero aver ricevuto la comunicazione dei fondi destinati alla contrattazione integrativa di istituto, rimasto in standby per lo stallo sulla questione.

Ora il dilemma è capire quale scelta fare per il rinnovo del contratto: procedere con la firma del rinnovo contrattuale portando a casa il risultato di parte economica, che attesta un aumento tra gli 80 ed i 100 euro lordi, cominciando subito dopo la nuova trattativa per il CCNL 2022/24 anche di parte normativa? Continuare subito la trattativa anche della parte normativa per avere un rinnovo complessivo del CCNL 2019/21?

È chiaro che la valutazione della scelta migliore deve considerare diverse variabili: la ripresa della trattativa all’Aran dopo l’insediamento ufficiale del nuovo Governo; l’atto di indirizzo del nuovo Ministro dell’Istruzione dal momento che la trattativa in corso da riferimento alle indicazioni del Ministro Bianchi; le intenzioni di intervento sulla parte normativa relativa all’orario di servizio, alle attività funzionali alla docenza, alla formazione in servizio,…; la tempistica necessaria per affrontare l’intero impianto del contratto; le intenzioni del nuovo Governo sulla materia già introdotta per legge dal Ministro Bianchi sulla formazione obbligatoria, sulla formazione incentivata e sul docente esperto, ribattezzato docente stabilmente incentivato;…

Come avete modo di capire non si tratta di una scelta semplice e sulla quale sarà importante utilizzare il buon senso e non prese di posizione ideologica che non guardano alle reali necessità del mondo della scuola.