Uno dei problemi che ancora attanaglia la scuola è il problema del precariato, un precariato cronico che si è progressivamente accumulato nel corso degli anni.

Sicuramente, non possiamo trovare soluzioni definitive con tale contributo ma possiamo ragionare a favore di un dibattito che sia concreto e fattivo.

Innanzitutto, sarebbe doveroso avere una definizione precisa del sistema di formazione iniziale ossia della modalità con la quale entrare nel mondo della scuola, come docente o come personale ATA, per intraprendere una carriera.

Sicuramente, è un problema molto complesso che va affrontato con un ragionamento articolato. Vanno, però, definite regole chiare e precise sulla modalità con la quale conseguire i titoli di accesso, costantemente oggetto di riforme e controriforme, senza avere un percorso ben definito e stabile. Questo ha comportato delle difficoltà per coloro che hanno intrapreso tale percorso, poi, in corso d’opera si sono trovati cambiate le regole del gioco, dando adito ad intraprendere strade vertenziali, lunghe ed incerte.

Il secondo tema, strettamente collegato, è la modalità di reclutamento. La Costituzione dice chiaramente che per accedere al lavoro come dipendente pubblico è indispensabile passare tramite un concorso. Nel corso della storia della scuola, vi sono state più situazioni di sanatoria attraverso percorsi riservati rispetto alla modalità ordinaria.

Anche su tale secondo aspetto, ad ogni cambio di governo si cambiano le regole per cercare di trovare soluzione al problema del precariato. In realtà, ogni soluzione accontenta qualcuno e scontenta altri.

Dovrebbe essere affrontata la questione a tutto tondo, tenendo insieme formazione iniziale e reclutamento. Per riuscire a pianificare soluzioni fattibili e che non creino il problema in senso opposto dell’esubero di personale, va considerato l’andamento degli organici. In questo senso servirebbe un piano pluriennale di definizione dei posti vacanti che tenga conto anche dall’andamento demografico. Una volta chiaro il piano di copertura degli organici, sarebbe indispensabile avere una stabilità nelle modalità sia di formazione iniziale che di reclutamento e soprattutto una periodicità nella definizione del reclutamento.

Nonostante impegni di cadenza biennale o triennale, abbiamo registrato molte situazioni di attesa decennale prima di vedere ripubblicato un bando di concorso.

Come dicevamo all’inizio, la cronicità dei precari nella scuola non è un problema semplice da risolvere ma, se viene affrontato tutte le volte senza una prospettiva a lungo raggio che guardi a tutte le situazioni di precariato esistenti e potenziali, si propone una soluzione palliativa e mai una soluzione strutturale.

Anche i recenti interventi del decreto sostegni bis hanno apportato una soluzione straordinaria ed eccezionale per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico 2021/22.