Il tutto inizia nel bel mezzo della trattativa di rinnovo del contratto, quando il Ministro Bianchi per legge ha introdotto la figura del docente esperto.

Il tema rientra nel più ampio intervento su formazione iniziale per diventare insegnante e su formazione continua del personale in ruolo attraverso il decreto legge n. 36/2022.

Attraverso questo decreto si interviene per legge sulla formazione del personale di ruolo, obbligatoria per i docenti assunti a tempo indeterminato dall’anno scolastico 2023/24, facoltativa per tutto il resto del personale.

L’aspetto grave, già evidenziato anche in altri numeri della newsletter, sta nell’intervenire su un tema contrattuale, in quanto relativo agli impegni di lavoro.

Il docente esperto diviene tale grazie alla frequenza positiva di almeno tre corsi di formazione di durata triennale e per la sua garanzia di permanenza nella stessa sede di servizio. 

Pertanto, se tutto va bene, vedrà tale titolo riconosciuto anche economicamente nel 2033 e, sulla base dei finanziamenti, riguarderà una media di un docente per scuola.

La fase di conversione in legge del decreto 36 ha suscitato un certo dibattito, tale da generare la presentazione di emendamenti volti a cassare la figura.

La decisione assunta con la conversione in legge e l’approvazione della legge n. 142 è stata di modificare la denominazione, ribattezzando la figura come docente stabilmente incentivato e riportare alla sede della contrattazione la definizione dell’incentivo.

La questione rimane, comunque, grave in quanto il tavolo contrattuale dovrà discutere di una figura che alla scuola non serve. Piuttosto, la scuola, caricata nel corso degli anni di notevoli incombenze non riconosciute nell’orario di servizio e organizzata con figure di middle management per garantire l’esercizio dell’autonomia funzionale, ha esigenze diverse.

La scelta fatta dal Ministro sullo scadere del proprio mandato è stata irrispettosa della scuola, dei suoi professionisti e degli studenti e delle studentesse e, soprattutto, lontana dal vissuto quotidiano.